Governo vacilla: cadono super poteri ai presidi e mancate assunzioni dei precari nelle graduatorie di istituto

L’annuncio dello sciopero del 24 aprile contro il disegno di legge 2994 fa vacillare Partito Democratico e Governo: la protesta indetta da Anief, Unicobas e Usb, assieme a diverse altre sigle sindacali, avrebbe convinto il primo partito della maggioranza governativa e parlamentare a rivedere alcune storture della riforma, ad iniziare dal depotenziamento degli organi collegiali, con conseguenti super poteri ai presidi, e alla chiusura delle supplenze per tutti i precari che hanno svolto 36 mesi di servizio.

Le due richieste di modifica del ddl di riforma erano state richieste dall’Anief nei giorni scorsi alla Camera attraverso i 90 emendamenti presentati nel corso dell’audizione tenuta dal presidente del giovane sindacato davanti alle commissioni congiunte di Cultura e Istruzione di Montecitorio e Palazzo Madama. E fanno parte della lunga piattaforma di rivendicazioni che porterà in piazza venerdì prossimo migliaia di lavoratori della scuola a Roma, nel corso della doppia manifestazione, a piazza della Repubblica la mattina e davanti al Parlamento nel pomeriggio, che cadrà nel giorno dello sciopero generale ancora utile per fermare il ddl prima del voto in Aula.

Anief aveva chiesto, formalmente, di mantenere in vita l’armonia democratica delle scelte strategiche delle scuole autonome, da dividere con gli organi collegiali, ad iniziare dal Collegio dei Docenti, e non da delegare al preside-padrone. Come ha chiesto di stabilizzare tutti i precari della scuola, prescindendo dal tipo di collocazione in graduatoria, esattamente come ribadito pochi mesi fa dalla Corte di Giustizia europea per non incorrere in ulteriori sanzioni per la mancata equiparazione di diritti da accordare ai precari rispetto ai colleghi di ruolo.

“Anche se si stanno cogliendo i primi effetti della sollevazione popolare del mondo della scuola contro una riforma senza capo né coda – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione in vista delle elezioni di fine mese -, la mobilitazione del 24 aprile rimane in piedi: rimangono infatti da cambiare ancora diversi punti del disegno di legge, come le rigide norme sui trasferimenti dei neo-assunti, costretti a rimanere nelle provincia dove sono stati immessi in ruolo per almeno tre anni. Va poi cancellata la chiamata diretta del personale, una norma già reputata incostituzionale dalla Consulta – con la sentenza 76/2013, relatore l’allora giudice Sergio Mattarella, oggi Capo dello Stato – che non può essere adottata nella scuola come nella PA”.

“Respingiamo poi l’assurdità del merito professionale, riservato alla stretta cerchia di lavoratori ‘vicini’ al dirigente scolastico, mentre tutti gli altri dovranno attendere il 2019 per vedere in busta paga la miseria di 5 euro di aumento per lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale. Va ripristinato anche il tempo scuola tagliato di un sesto con le riforme Gelmini e il dimensionamento selvaggio, anche questo reputato incostituzionale: un provvedimento che aprirebbe le porte ad almeno 100mila docenti e 10mila Ata precari oggi invece esclusi dall’assunzione”.

Tutti coloro che sono interessati a prenotare il pullman per raggiungere la capitale venerdì prossimo, possono scrivere entro il 21 aprile a sciopero2015@anief.net. Anief dà appuntamento il 24 aprile, alle ore 10.00 in Piazza della Repubblica dove il corteo di protesta si muoverà in direzione Piazza Sant’Apostoli per concludersi alle 13.00; poi, ancora in piazza per il sit-in a Piazza del Parlamento dalle 15.00 alle 18.00.