Lussemburgo e privilegi fiscali. Ma dov’era Juncker?

Dopo mesi di tira e molla finalmente il Lussemburgo ha mollato alla Ue l’elenco delle aziende che hanno ottenuto benefici fiscali da una legislazione che ha reso il Lussemburgo il Paese più ricco d’Europa. Nei mesi scorsi una indagine giornalistica aveva messo in luce una serie di operazioni che miravano a ottenere notevoli risparmi fiscali per numerose società. Dai documenti risultava che il Lussemburgo aveva favorito le multinazionali a risparmiare milioni di tasse a scapito di altri Stati. L’attenzione si è concentrata su strutture finanziarie approvate dalle autorità lussemburghesi. L’anomalia della questione è che l’attuale presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, è stato per ben 19 anni, fino al 2013, primo ministro del Lussemburgo. Ci dovrebbe essere incompatibilità della attuale carica con quella precedente, ma tant’è, Juncker non si scompone (e poi si parla male dell’Italia e dei suoi politici). Ora, il passo successivo sarebbe quello di uniformare le normative fiscali in tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione europea. O si fa così o la reputazione del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio è definitivamente compromessa.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc