ACCESSO SCUOLE SPECIALIZZAZIONE: IL FALLIMENTO DELL’INTERO SISTEMA FORMATIVO

La decisione del Ministro Giannini di considerare valide le prove di selezione per l’accesso alle Scuole di Specializzazione Medica, appena 24 ore dopo la dichiarazione del loro annullamento e la contestuale ri-convocazione dei candidati per il 7 novembre, è un rimedio peggiore del male, commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise.

Dopo il bonus maturità ad elastico (prima sì, poi no ed infine sì con rifacimento delle graduatorie e conseguenti ricorsi legali), il picconamento del numero chiuso sotto i colpi del TAR, che ha ammesso senza colpo ferire al corso di laurea in Medicina 5000 studenti il cui merito principale è di avere creduto nella giustizia, piuttosto che nella Università, dopo lo scompiglio e le polemiche seguite puntuali alle prove di selezione per l’accesso al corso di formazione in Medicina Generale, il MIUR è riuscito a dare la ennesima prova di inadeguatezza e insufficienza organizzativa. E pensa di cavarsela con discutibili aggiustamenti ex post che apriranno la strada ad una valanga di nuovi ricorsi ed a richieste di sanatoria i cui oneri economici ricadrebbero sui cittadini o sui medici in formazione.

Non è solo una questione di rispetto per i medici, che pure sono chiamati a tutelare un diritto costituzionale, ma di fallimento di un intero sistema formativo divenuto un buco nero che distrugge tutto ciò che attira.
In un Paese in cui si chiedevano dimissioni per telefonate inopportune non è ammissibile fare finta di niente. Neanche un tweet viene ad annunciare un reale cambiamento di verso.

Il Ministro dell’Istruzione e dell’Università riferisca in Parlamento e tragga le conseguenze legate al proprio ruolo. Ed il Ministro della Salute non si limiti ad annunci, ma prenda atto della necessità di porre fine al monopolio dell’Università nella formazione dei Medici e rivendichi per il SSN il ruolo che gli compete nella selezione e formazione dei futuri medici.

Nel tempo del suo primato, la politica non può ritirarsi per lasciare alla magistratura decisioni strategiche per il futuro della sanità e del Paese, nascondendo i propri profili di responsabilità dietro le colpe dei tecnici.