RIFORMA PA: NON SI CAMBIA VERSO

In attesa di conoscere i testi finali, il pacchetto Sanità approvato ieri dal CdM tra i provvedimenti sulla pubblica amministrazione, presenta poche luci e molte ombre. Questo il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise.

Sono certo da valutare positivamente la disponibilità di risorse economiche aggiuntive per i contratti di formazione medica specialistica, che ridurranno il gap tra laureati e specializzandi, le facilitazioni per cittadini affetti da patologie croniche in merito alla prescrizione dei farmaci e l’eliminazione dell’obbligo di assicurazione per i medici.

Destano non poche preoccupazioni, invece, le norme sulla mobilità coatta se non escludessero, come pareva alla vigilia, scuola e sanità, e quelle sul pensionamento.

L’ennesima riforma della previdenza dopo quella del Ministro Fornero, realizzata con un decreto legge, continua a non tenere conto della specificità e della delicatezza dell’attività medica, prevedendo nelle strutture sanitarie più o meno immediate decapitazioni di saperi e competenze non facilmente, e immediatamente sostituibili. Mentre la funzionalità degli uffici giudiziari ha imposto una opportuna gradualità, la scure sui medici è immediata con buona pace di posti di lavoro che non serviranno alla staffetta generazionale, ma al risanamento dei conti regionali, e di un impoverimento di competenze e capacità professionali che darà l’ennesimo colpo alla sanità pubblica. E anche i 15000 nuovi posti di lavoro attesi rischiano di essere un’illusione tenendo conto dei tempi e della farraginosità delle procedure concorsuali e comunque non potranno in tempi brevi sostituire il sapere e il saper fare in uscita.

Insomma, un regalo alla sanità privata che, accreditata o meno, utilizzerà elevate competenze professionali formatesi anche a spese del pubblico, per fare concorrenza alla sanità pubblica.
Ovviamente, non sono stati sanati gli effetti punitivi introdotti a danno dei pubblici dipendenti, medici e dirigenti sanitari compresi, da ben 15 provvedimenti legislativi in vigore.

Ora è più chiaro il perché governi vecchi e nuovi si ritrovino uniti a bloccare il rinnovo dei contratti di lavoro. Cosa porterebbero al tavolo oltre a rottamazione, penalizzazioni, limitazione delle prerogative sindacali?
Un cambio di verso, forse. Ma in meglio o in peggio per i medici ed i pazienti?