L’Incompiuta. D’Alimonte difende la sua manovra elettorale. Italicum

“Renzi poteva scegliere di fare una riforma elettorale cercando un accordo con una maggioranza e quindi coi partiti che sostengono il governo oppure fare una legge elettorale con una maggioranza più ampia. Ha scelto questa seconda strada ed io credo sia la mossa migliore quando si vogliono migliorare le regole del gioco”.
Questo il dato politico che inevitabilmente trapela in maniera tutt’altro che velata dall’intervento del professore Roberto D’Alimonte, autore della riforma elettorale Italicum ed ospite poche ore fa del primo workshop politico organizzato a Piazza Armerina (En) dal vice presidente dell’Ars Antonio Venturino ed intitolato L’Incompiuta, nome che trae spunto dalla mancata riforma costituzionale, il cui dibattito è stato avviato alla fine degli anni 70. La nuova legge elettorale soprannominata per l’appunto Italicum vede la gestazione proprio in questi giorni, dapprima con l’avallo della commissione affari istituzionali della Camera e che vedrà tra poco il confronto in parlamento.
“L’obiettivo è riavvicinare i giovani alla politica, quella vera, sana e pulita- ha sottolineato Venturino- senza conoscenza non si può avere passione. Quello di oggi è il primo, di una serie di incontri che organizzeremo su altri argomenti ancora con illustri relatori e sempre coinvolgendo i giovani per creare quella classe dirigente preparata e motivata”.
Oggetto principale è stato ovviamente una discussione tecnica sulla riforma elettorale: “Non è sicuramente il migliore dei sistemi possibili – ha aggiunto D’Alimonte- io stesso avrei preferito l’introduzione di collegi uninominali maggioritari a doppio turno, ma non possono essere le regole elettorali la panacea con cui curare tutti i mali della politica italiana: vero è che buone regole sono una condizione necessaria per il buon governo, ma non sono una condizione sufficiente, è necessario che siano accompagnate dalla buona politica. Il sistema ormai noto con il nome di Italicum possiede comunque una virtù fondamentale: garantisce al vincitore la possibilità di governare, restituendo al giorno delle elezioni quelle caratteristiche di “giorno del giudizio” di cui parlava Popper”.
Una riforma costituzionale che secondo il professore Carlo Fusaro ordinario alla università di Firenze “non può prescindere da un completamento della Costituzione stessa, che risulta nei fatti essere ancora incompleta”.
Come da programma, di giovani al dibattito non ne sono mancati. Decine sono stati gli studenti provenienti dai principali atenei isolani oltre che alunni di alcuni licei dell’ennese. I giovani hanno interagito con i relatori con domande pertinenti e talvolta "scomode", mostrando oltre che grande partecipazione anche passione e competenza. Qualificati gli interventi di tutti i relatori tra i quali da segnalare quelli delle professoresse Rossana Sampugnano e Sara Gentile dell’università degli studi di Catania e del professore Salvatore Curreri dell’università Kore di Enna. I partecipanti del workshop hanno inoltre visitato la Villa Romana del Casale oltre che i principali monumenti cittadini.