Pd: convergenze e dissensi…

Quattro mozioni per quattro candidati alla segreteria del Pd in competizione tra loro nelle primarie del prossimo 8 dicembre. Quella di Pippo Civati (”Dalla delusione alla speranza. Le cose cambiano cambiandole”) è quasi un libro con le sue 70 cartelle, mentre quella di Matteo Renzi (”Cambiare verso”) è la più sintetica con 18. Seguono per numero di pagine quelle di Gianni Pittella (”Il futuro che vale. Per un partito democratico, solidale, europeo”) con 24 e Gianni Cuperlo (”Per la rivoluzione della dignità”) con 22. Renzi conferma di voler conquistare i voti dei grillini e di parte del centrodestra puntando a un Pd autosufficiente e a vocazione maggioritaria come piaceva a Walter Veltroni, senza alleanze obbligatorie con altri soggetti politici perchè ”se non si ottengono i voti di coloro che non ci hanno votato nelle precedenti elezioni, si perde”. Per lui, occorre aprire il Pd all’esterno parlando non solo ”a chi c’è già, ai gloriosi reduci delle stagioni del passato”. Da qui l’annuncio programmatico: ”Vogliamo cambiare verso a questo anno cambiando radicalmente non solo il gruppo dirigente che ha prodotto questa sconfitta, ma anche e soprattutto le idee che non hanno funzionato, le scelte che hanno fallito, i metodi che ci hanno impedito di parlare a tutti”. Cuperlo scrive esplicitamente di non condividere l’idea di un Pd autosufficiente, pur puntando alla ”creazione di una moderna democrazia dell’alternanza fondata su grandi partiti di tipo europeo”. ”Dobbiamo da subito – prosegue Cuperlo – costruire il cambiamento. L’orizzonte politico del Pd non sono le larghe intese come strategia, ne’ un neocentrismo esplicito o camuffato. E neppure il sogno dell’ autosufficienza. Bisogna costruire l’alternativa di un nuovo centrosinistra”. Civati afferma di voler ”ripensare il centrosinistra nel suo complesso”, oltre che auspicare un nuovo Pd frutto della mescolanza con Sinistra, ecologia e liberta’ di Nichi Vendola in modo da rafforzare la propria identita’ di sinistra. Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, auspica un Pd collocato nel Partito del socialismo europeo e nell’Internazionale socialista: ”Un partito europeo ed europeista che punta a cambiare le politiche di austerità, impegnato sull’obiettivo degli Stati uniti d’Europa, con una visione unitaria del Paese e con un ruolo forte del sud”. ”Il Pd deve dettare l’agenda, non subirla: e questo anche nel tempo delle larghe intese”, scrive Renzi che propone un Pd piu’ orizzontale e meno piramidale a tre livelli: Circoli territoriali, amministratori locali e parlamentari, precisando che una sua gestione del partito escluderebbe a priori la riproposizione di nuove larghe intese, come quelle che attualmente sostengono il governo di Enrico Letta. Su questa affermazione convergono anche gli altri tre candidati alla segreteria del Pd. ”Solo il voto puo’ chiudere un ventennio, ci vogliono libere elezioni democratiche con una nuova legge elettorale che avremmo potuto e dovuto gia’ avere individuato”, scrive Civati. ”Le larghe intese sono un orizzonte non piu’ replicabile”, si legge nella mozione di Pittella. Cuperlo si differenzia da Renzi sul cumulo delle cariche: dichiara di voler separare gli incarichi di governo o amministrativi da quelli di partito, quindi incompatibilita’ tra candidato premier e segretario. Il sindaco di Firenze non e’ d’accordo sulla distinzione tra segretario del Pd e candidato premier, lascia alle primarie il compito di decidere. In questi giorni ha piu’ volte ribadito di volersi ricandidare alla carica di primo cittadino pure nell’eventualita’ fosse eletto segretario del Pd nelle primarie del prossimo 8 dicembre. Una questione su cui tutti i candidati convergono e’ quella della riforma elettorale che deve superare il Porcellum. Renzi si riserva di lanciare la sua proposta nel corso della campagna per le primarie. I quattro candidati ne discuteranno nei prossimi giorni con il segretario Guglielmo Epifani con l’obiettivo di formulare un’unica ipotesi di riforma elettorale. Per quanto riguarda l’economia, il sindaco di Firenze auspica che venga superato il vincolo del 3% nel rapporto deficit/Pil: ”E’ anacronistico, va cambiato dopo una serie di riforme strutturali”. Cuperlo vorrebbe portare il deficit al 2,7% ottenendo cosi’ 3 miliardi da destinare a esodati, occupazione e a un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio rispetto ai pericoli incombenti di disastro idrogeologico. Civati e’ molto critico sulle scelte recenti del suo partito: ”La tragica gestione del risultato elettorale, l’anonimo e calcolato sabotaggio della candidatura alla presidenza della Repubblica di Romano Prodi, il veto sulla figura di Stefano Rodota’, fino all’approdo a un governo con una delle destre peggiori d’Europa, hanno precipitato il Pd (e i nostri elettori) in uno stato psicologico confusionale”. Civati chiede come orizzonte programmatico il reddito di cittadinanza, il diritto di voto alle amministrative per gli immigrati, un piano energetico orientato sulle risorse rinnovabili, il matrimonio per le coppie gay (con possibilita’ di adozione), il no agli inceneritori, un tetto alle retribuzioni pubbliche.