La sfida di Renzi. Pronto a guidare Pd

Inizia da Genova, dove e’ in corso la Festa nazionale del Pd, la corsa di Matteo Renzi verso la segreteria del partito, prima tappa del percorso che puo’ portarlo alla conquista di Palazzo Chigi. ”Sono disposto a candidarmi e a guidare il Pd”, afferma nel corso dell’ intervista condotta da Enrico Mentana con una nettezza che non aveva mai usato, ufficializzando cosi’ la candidatura per sostituire Guglielmo Epifani. ”Io sono disponibile a guidare il Pd ma poi decidono gli elettori. Il punto non e’ quello che faccio da grande ma quello che facciamo insieme per un partito che non sbagli il calcio di rigore a porta vuota ma torni a vincere. E’ ora che Epifani fissi il congresso e si decidano le regole”, incalza il sindaco di Firenze tra gli applausi ricordando che l’Assemblea nazionale piddina del 20 e 21 settembre non potra’ eludere la scelta di convocare le assisi congressuali entro la fine di novembre. Non manca una battuta che suona come risposta a Pier Luigi Bersani che lo aveva invitato a rottamare tutte le correnti (”Anche la corrente di cui lui e’ a capo, che e’ una delle piu’ strutturate”): ”Se avessimo pensato un po’ meno a smacchiare il giaguaro e di piu’ al lavoro dei giovani, oggi al governo ci saremmo noi senza Alfano, senza Brunetta e Schifani a fare i vertici”. E aggiunge sul tema delle correnti: ”Il primo che mi dice di essere renziano gli consiglierei un trattamento sanitario obbligatorio, no alla politica che si riduce a un cognome con un suffisso. Al Congresso non voglio i voti dei renziani ma il voto di uomini liberi che hanno a cuore l’Italia”. Renzi accenna al suo programma: ”A questo Paese serve una rivoluzione radicale, non qualche manovra col cacciavite. C’è qualcuno da rottamare anche nell’economia italiana, perchè l’Italia deve guidare l’Europa e non essere il fanalino di coda. Per il domani essere di sinistra vuol dire dare garanzie, non essere conservatori, investire sul lavoro che non e’ tutelare i soliti ma dare una mano a chi lo perde. E non vuol dire compiacersi perche’ siamo bravi e buoni ma vincere. Di una sinistra che perde le elezioni non so che farmene”. Sul problema della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore non ha dubbi: ”Un garantista non considera Berlusconi colpevole alla prima o alla seconda sentenza. Ma quando, in uno Stato di diritto, un cittadino viene condannato in via definitiva, se tu contesti questo fatto contesti le istituzioni”. Poi l’invito a guardare al futuro: ”Non e’ possibile che ogni giorno ci sia un referendum su Berlusconi. Il Pd deve parlare di altro. Possiamo non parlare di decadenza del Cavaliere ma dei nostri figli? La politica e’ una cosa bella e il Congresso serve anche per scrivere una pagina di speranza, mettere la parola fine alle chiacchiere e trovare le soluzioni per i prossimi anni”. Il candidato alla segreteria del Pd non e’ tenero nel giudizio sul governo guidato da Enrico Letta che potrebbe diventare il suo antagonista quanto si terranno le primarie per la candidatura a premier del centrosinistra: ”L’unica promessa elettorale di Berlusconi l’ abbiamo esaudita noi. Noi del Pd siamo generosi, ma ora siccome sull’Imu l’hanno vinta loro vogliamo portare proposte serie su semplificazione fiscale, giustizia sociale e legge elettorale. Portiamo le nostre idee al governo”. La polemica s’incentra sulla cancellazione della tassa sugli immobili: ”Ora non vorrei che si facesse il giochino che l’Imu l’ha tolta Alfano e la service tax la mette il sindaco. Questo giochino non va”. Il sindaco di Firenze si dice convinto che l’ esecutivo andra’ avanti e che non ci sara’ una crisi in tempi brevi: ”Con il governo saro’ contento quando sara’ cancellata la Bossi-Fini sugli immigrati, perche’ noi siamo li’ per fare le riforme”. Renzi torna sulla mancata elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica: ”L’atteggiamento dei 101 franchi tiratori del Pd e’ immorale e inqualificabile: ti alzi e lo dici, come io ho fatto con Marini, sul quale non ero d’accordo, non fai quello che accoltella alle spalle”. Evidentemente, aggiunge, qualcuno immaginava gia’ allora ”un percorso diverso” come il governo delle larghe intese che ha preso forma nelle settimane successive. Quanto alle accuse passate di essere troppo tenero nei confronti di Berlusconi, Renzi ci tiene a replicare: ”Chiediamoci perche’ tanti italiani lo hanno votato per vent’anni e noi non siamo riusciti a convincerli. Non dobbiamo avere la puzza sotto il naso verso quell’ elettorato”. La folla dei militanti del Pd applaude pure questo passaggio, dimostrando che a differenza delle primarie di un anno fa, quando era la diffidenza a prevalere verso il giovane leader, e’ disposta a sospingere Renzi verso l’alto. La strategia del sindaco di Firenze di conquistare il partito dal basso sembra avere successo.