
”Carenze” nel sistema di rieducazione nelle carceri italiane. Le rileva un’indagine della Corte dei Conti finalizzata ”a verificare se e in che modo la finalità di assistenza e di rieducazione dei detenuti sia stata effettivamente assicurata”. La magistratura contabile riferisce ”come i cosiddetti programmi trattamentali, in concreto, abbiano avuto una difficile e faticosa attuazione, nonostante siano apparsi in grado di produrre benefici diretti sui destinatari degli interventi”. Dall’indagine è infatti ”risultato che attraverso l’attivazione di laboratori e pratiche riformatrici si possano offrire mezzi, risorse e strumenti per abilitare o riabilitare socialmente e professionalmente il detenuto fuori dall’universo carcerario”. Ma, al contempo, ”sono emerse delle carenze a livello pianificatorio caratterizzate dall’inadeguatezza di validi percorsi scolastici e formativi oltre che dall’insufficiente coordinamento sul territorio dei diversi soggetti istituzionali preposti”, scrive la corte dei conti. L’istruttoria sottolinea che sia il recente protocollo d’intesa siglato tra l’amministrazione carceraria e il ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, sia il cosiddetto ‘piano carceri’ in via di perfezionamento, sono stati messi in campo”per poter risolvere il problema”. L’indagine ha evidenziato ”carenze anche sul piano dei monitoraggi e degli indicatori, con conseguente difficolta’ di verificare compiutamente gli effetti conseguiti a seguito delle condotte attivita’ di rieducazione carceraria”. Dal punto di vista finanziario, infine, la corte dei conti attesta che ”il sistema carcerario e’ tutt’oggi caratterizzato dall’estrema esiguita’ delle risorse assegnate, che, unitamente al sovraffollamento all’interno degli istituti penitenziari, ha finito per pesare negativamente e in modo incisivo sulle varie iniziative connesse ai trattamenti rieducativi”. Tra i principali imputati dei ”non soddisfacenti risultati raggiunti” la corte annovera i seguenti fattori: la complessita’ dell’organizzazione; l’esigenza, sovente non soddisfatta, di disporre di una pluralita’ di figure professionali; i tagli degli organici e la limitata possibilita’ di copertura dei medesimi a causa della vigente disciplina del turn over; i tagli lineari sullo specifico capitolo di bilancio.