Dopo la Cassazione, giustizia in primo piano

”La sentenza mi rende sempre più convinto che una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile, una variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato condizionando permanentemente la vita politica”. Lo dice Silvio Berlusconi nel suo video-messaggio diffuso ieri sera dopo la riunione dello stato maggiore del Pdl a palazzo Grazioli. Il leader del Pdl non fa riferimento ai riflessi che la sentenza della Cassazione (conferma della condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale di cui 3 indultati, ridefinizione al ribasso del periodo di interdizione dai pubblici uffici che era stato fissato a 5 anni) può avere sul governo. L’ex premier preferisce riaprire la questione giustizia: ”Dal ”92-”93 c’è stata un’azione condizionata e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere un ruolo rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica”. Il riferimento è agli anni di Tangentopoli. Con una presa di posizione che molti osservatori hanno giudicato, per molti aspetti, singolare, parla di giustizia anche Giorgio Napolitano nella nota diffusa in serata: ”La strada maestra da seguire e’ sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che e’ chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge”. Dopo aver osservato che ”attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l”onorevole Berlusconi”, il presidente della Repubblica precisa: ”Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l’esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all’amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso”. Napolitano indica un possibile metodo da seguire: ”Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il Paese ha bisogno di ritrovare serenita’ e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi”. Il premier Enrico Letta concorda con il Quirinale: ”Esprimo piena adesione alle parole del presidente Napolitano sul pronunciamento della Cassazione. La strada maestra e’ il rispetto per la magistratura e per le sue sentenze. Per il bene del Paese e’ necessario ora che, anche nel legittimo dibattito interno alle forze politiche, il clima di serenita’ e l’approccio istituzionale facciano prevalere in tutti l’interesse dell’Italia rispetto agli interessi di parte”. L’auspicio del presidente del Consiglio e’ che l’esecutivo possa continuare il suo lavoro senza traumi. Nel suo video-messaggio Berlusconi fa solo un riferimento a possibili elezioni anticipate nella parte finale: ”Rimetteremo in campo Forza Italia e diremo agli italiani di darci la maggioranza per modernizzare il Paese a partire dalla piu’ indispensabile che e’ quella della giustizia per evitare che un cittadino sia privato della liberta”’. Questa linea e’ stata poi confermata dagli esponenti del Pdl che hanno partecipato al vertice di palazzo Grazioli: ”Il governo e’ nato per servire il Paese e per quanto ci riguarda continuera’ a servirlo”. Resta tuttavia aperto il problema della eseguibilita’ della sentenza. Dichiara Guglielmo Epifani, segretario del Pd: ”Per quanto ci riguarda, questa sentenza va non solo come e’ naturale rispettata ma va eseguita e resa applicabile. Nel caso in cui ci fosse bisogno, a questo si uniformeranno i nostri gruppi parlamentari”. E’ la conferma che il Pd votera’ a favore della decadenza di Berlusconi dalla sua carica di senatore, se del problema fosse investita l’Aula del Senato. A occuparsi dell’esecuzione della sentenza sara’ la Procura di Milano che ora deve attendere la trasmissione del dispositivo da parte della Cassazione. La Procura dovrebbe poi emettere un ordine di esecuzione con sospensione della pena perche’ quest’ultima e’ di 1 anno. Gli avvocati di Berlusconi avranno trenta giorni di tempo – probabilmente a iniziare dal 16 settembre considerato il periodo festivo – per chiedere, considerata la sospensione della pena, le misure alternative al carcere: affidamento in prova ai servizi sociali o arresti domiciliari.