Grasso e Boldrini rinunciano all’appartamento di servizio. La scelta costerà al contribuente

Il presidente del Senato, Pietro Grasso e la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, hanno dichiarato che rinunceranno agli appartamenti di servizio in dotazione. Questa decisione, a nostro parere, comporterà un aggravio di costi per il contribuente e di disturbo per i cittadini romani. Vediamo il perchè. Anche se non si utilizzano, gli appartamenti non scompaiono, così come il personale di servizio che deve essere egualmente retribuito. Aggiungiamo "l’obbligo" dei pranzi istituzionali e di lavoro. Quindi, il costo complessivo degli appartamenti, utilizzati o meno, non cambia. I due presidenti avranno una propria abitazione privata, il che significa il trasferimento giornaliero casa-ufficio-casa, con auto di servizio e di scorta (6 persone a turno), più il servizio di guardiani davanti all’abitazione privata, 3 agenti a turno, 24 ore su 24 ore. Il servizio di sicurezza non dipende dalla volontà dei due presidenti ma dalle valutazioni del ministero dell’Interno, vale a dire che, anche a volerlo, i due presidenti non potrebbero rinunciare. Aggiungiamo i problemi del traffico romano, caotico di per sè, che aumenterebbe a causa dei trasferimenti della seconda e terza carica della Repubblica. L’esperienza dei presidenti della Repubblica, Scalfaro e Cossiga, dovrebbe essere da esempio di come si aumentarono costi e disservizi, tant’è che quando il presidente Ciampi accennò ad analoga scelta lo invitammo a desistere. Aggiungiamo una nostra disponibilità: siamo disposti a portar loro il caffè mattutino, ovviamente se lavorano per risolvere gli annosi problemi del nostro Paese.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc