Elezione dei presidenti di Camera e Senato, prima verifica

Continueranno anche oggi alla Camera e al Senato le operazioni di accoglienza per i nuovi parlamentari (formulari da riempire, foto da scattare per i relativi tesserini) ma già si pensa a venerdì, quando si dovranno eleggere i presidenti di Montecitorio e palazzo Madama. Ieri, a conclusione della riunione con gli eletti del Pd che si è svolta al teatro Caprarica, il segretario Pier Luigi Bersani ha annunciato i nomi di chi dovrà saggiare le intenzioni degli altri gruppi parlamentari: ”Luigi Zanda per il Senato, Rosa Calipari per la Camera e Davide Zoggia che e’ il responsabile degli Enti locali”.

Delusione per Laura Puppato che si era autocandidata con una intervista al ”Messaggero”.

Spiega Bersani: ”Indico una ristretta delegazione che abbia il compito di fare una ricognizione di dialogo possibile. Non si tratta di presentare nomi o altro ma di vedere che condizioni ci sono, perche’ siamo ancora nelle nebbie totali.

Ho sentito voci che spero vengano smentite: il Pdl che minaccia di non presentarsi alle sedute. Del Movimento 5 Stelle ancora non sappiamo nulla”. Un primo incontro con i grillini dovrebbe esserci gia’ oggi. Mentre sui rapporti con il Pdl brucia il tema giustizia per via dei processi che hanno come imputato Silvio Berlusconi e che i pidiellini ritengono una ”persecuzione giudiziaria”.

Avendo la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato, il Pd e’ in grado di condizionare il voto sulle presidenze delle due Assemblee. Il primo problema che ha di fronte Bersani, anche se non c’e’ ancora una maggioranza politica, riguarda la possibilita’ di interrompere la prassi per cui nelle ultime due legislature la maggioranza ha eletto propri presidenti delle due Camere, mentre fino ad allora la presidenza di Montecitorio era lasciata all’opposizione come gesto di galateo istituzionale e di garanzia.

Dario Franceschini, capogruppo uscente del Pd, non ritira la propria candidatura alla presidenza della Camera. In vista di una possibile elezione, si e’ fatto consegnare dalla Biblioteca parlamentare gli interventi di insediamento di tutti i presidenti della Camera in modo da studiarli. Non e’ pero’ ancora tramontata l’ipotesi che presidente della Camera possa diventare Marta Grande, 25 anni, sinologa, esponente di punta del M5S, che in caso di elezione batterebbe il record detenuto da Irene Pivetti, che quando venne eletta nel 1994 sullo scranno piu’ alto dell’Aula di Montecitorio aveva 31 anni.

Ancora piu’ complicato il puzzle del Senato. Si e’ vociferato sulla possibilita’ che nel ruolo di presidente possa essere eletto addirittura Mario Monti, senatore a vita, come gesto di buona volonta’ da parte del Pd che vorrebbe riannodare i rapporti con Scelta civica. Lo status di senatore a vita e di premier seppure dimissionario non facilita il raggiungimento dell’obiettivo. Il Pdl potrebbe avanzare la candidatura di Gaetano Quagliariello, nella scorsa legislatura vicepresidente dei senatori del suo partito. Scelta civica potrebbe, qualora Monti dicesse di no, proporre le candidature di Mario Mauro (ex capogruppo del Pdl al Parlamento europeo), Linda Lanzillotta o Pietro Ichino. Se le trattative si bloccassero, il Pd potrebbe tenere per se’ le due cariche istituzionali, anche se questa ipotesi e’ la meno gettonata (in quel caso probabilmente la spunterebbero Franceschini alla Camera e Anna Finocchiaro al Senato).

Vito Crimi, capogruppo del M5S al Senato, dichiara a proposito della presidenza della Camera: ”’Se vogliono darcela, noi diciamo grazie”.

Intanto avanza altre richieste che smentiscono le previsioni su grillini poco interessati a partecipare alla vita istituzionale nel suo complesso: ”Ci aspettiamo un questore e un vicepresidente alla Camera, un questore e un vicepresidente al Senato. Le regole sono contorte, sono fatte in modo che non ci tocchino. Dovremmo fare degli accordi ma noi non li faremo. La sovranita’ popolare e’ stata espressa e questo quindi e’ quello che ci aspettiamo”. Oltre ai due questori e ai due vicepresidenti di Camera e Senato, al M5S potrebbe andare la presidenza o del Comitato sui servizi segreti (Copasir) o della commissione di Vigilanza parlamentare sulla Rai, cariche che spettano per prassi alle opposizioni in quanto ritenute ”di garanzia”.

L’elezione dei presidenti di Camera e Senato potrebbe avere delle ripercussioni sullo scenario dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Se ci sara’ dialogo tra le forze politiche, potrebbe essere piu’ facile eleggere il prossimo inquilino del Quirinale. Per questo ruolo si torna a fare il nome di Romano Prodi, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe contare sul gradimento del M5S. La prima seduta congiunta del Parlamento con all’ordine del giorno l’elezione del Capo dello Stato e’ prevista per il 15 aprile. Per quella data avremo un ”governo del presidente” o una maggioranza fondata sul dialogo Pd-M5S? Qualora il governo non fosse ancora insediato, tutto il quadro politico si complicherebbe ulteriormente rendendo difficile ogni passaggio istituzionale.