Carne di cavallo ovunque? Astenersi da cibi e preparati precotti

Ormai è uno scandalo che dilaga ovunque, dai ristoranti dell’Ikea ai mitici sughi Star, dai prodotti Auchan venduti in tutta Europa alle aziende bolognesi delle famose lasagne. E’ la presenza di carne di cavallo, non indicata ovviamente in etichetta, che sta creando tanto scalpore e apprensione. Il fatto in sè, per noi italiani che la carne di cavallo la possiamo comprare legalmente, il fatto è irrilevante, ma tante domande vengono in mente:
– che cavalli sono? Forse quelli da corsa la cui macellazione è vietata per evidenti motivi sanitari?
– cos’altro c’è in questi intrugli di carne che ci vengono spacciati come manzo o suino?
Domande a cui nessun ministero della Salute è in grado di dare soddisfazione, considerata la vastità del fenomeno, in termini di rilevamenti di illeciti e di quantità di consumo dei prodotti.
Fenomeno che mette in serio pericolo un determinante settore della filiera alimentare, e che per questo non può essere sottovalutato, visto che le vittime finali sono solo ed esclusivamente i consumatori, in termini -potenzialmente- sanitari e -di fatto- informativi. Che deve fare il consumatore? Può solo dare tempo alle autorità di estendere e perfezionare le loro iniziative, e dare tempo alle aziende del settore per rifarsi una credibilità che è ormai perduta. Un “dare tempo” su cui è bene che ognuno non si esponga a chissà quali altre scoperte di nuove miscele e chissà quali additivi, etc. Quindi, a parte i vegetariani che mai come in questo momento mostrano la loro lungimiranza e saggezza, per il consumatore medio c’è solo la possibilità dell’astenersi dall’acquisto e consumo di cibi e preparati precotti. Nessun consumatore morirà di fame se, invece del dubbio ragù condirà gli spaghetti solo con pomodoro e parmigiano, ma sicuramente ne patiranno molte aziende. Ma c’è un’alternativa davanti ad un probabilissimo “mors tua vita mea” che ci viene offerto oggi?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc