Monti in tour europeo, il Pdl scatena la polemica

Giornate impegnative per Mario Monti in Europa. Ieri era a Bruxelles, dove nella sede del Palazzo delle belle arti ha presentato il suo libro ”La democrazia in Europa”, scritto insieme all’europarlamentare francese Sylvie Goulard. L’occasione è stata utile per un incontro con Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, mentre questa mattina Monti vedrà Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, prima di andare a Berlino dove avrà un colloquio con Angela Merkel. Steffen Seibert, portavoce della cancelleria tedesca, ha anticipato ieri che nell’incontro si parlerà ”anche della situazione economica italiana e dello stato delle riforme in Italia”. E’ probabile una dichiarazione finale congiunta. Il premier dimissionario sarà inoltre a Parigi domenica prossima per un colloquio con il presidente Francois Hollande. Monti motiva questo tour europeo, malgrado la campagna elettorale in Italia, perchè il 7 e 8 febbraio è fissato un importante vertice del Consiglio europeo in cui si tornerà a discutere della crisi economica e delle terapie per fronteggiarla affrontando il tema delle politiche di bilancio europee dal 2014 al 2020. ”A che titolo il professor Monti incontra il presidente della Commissione europea Jose’ Manuel Barroso, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e il cancelliere tedesco Angela Merkel? Come premier dimissionario, in carica per gli affari correnti, o come leader di una coalizione minoritaria in corsa alle prossime elezioni? Sarebbe bene che il senatore a vita, professor Mario Monti, chiarisse la sua posizione, perche’ siamo di fronte a un enorme, insopportabile conflitto di interessi”, dichiara in una nota l’ex ministro Renato Brunetta, Pdl. Poi conclude: ”Che il professor Monti stia usando l’Europa in maniera impropria, per legittimarsi in campagna elettorale? Se così fosse, sarebbe molto grave e suscettibile di essere stigmatizzato dal presidente della Repubblica, nei cui confronti il senatore Monti ha preso precisi e solenni impegni di terzietà. Puntualmente disattesi”. Intanto Monti, nel corso della presentazione del suo libro scritto con Sylvie Goulard, ha dichiarato che ”l’Unione Europea è stata concepita per il lungo periodo, deve e puo’ permettersi una visione di lungo termine, ma è vero che nell’esercizio di alcune delle sue funzioni troppo spesso si è ripiegata sul breve periodo. Bisogna guardare più lontano, e questo anzitutto a livello nazionale”. Ha aggiunto il presidente del Consiglio: ”Ho fatto il massimo per far capire agli italiani che l’austerità non era colpa dell’Europa. Non ho mai detto al Parlamento che certe cose ce le chiede l’Europa, ma che erano per l’interesse dei nostri figli”. Monti ha infine osservato che la frattura tra cittadini e progetto europeo diventa grave ”quando i responsabili nazionali attribuiscono tutti i mali all’Europa”. Prima di partire per Bruxelles, Monti aveva polemizzato con Nichi Vendola dai microfoni di Radio 24: ”Se lui avesse un grande impatto nel governo e prima che i mercati si accorgano che e’ un solido cultore della tenuta dei conti magari qualche problemino ci sarebbe”. Per non parlare, incalza, della ricetta economica della Cgil, errata perche’ ”non e’ con la spesa pubblica che si fa crescita”. Replica di Vendola: ”Non e’ Sel il rischio per la stabilita’, il rischio sono la palude e l’ ingovernabilita”’. Non si placano nel frattempo le polemiche sulle decisioni prese ieri dalla commissioni parlamentare di Vigilanza sulla Rai che ha confermato di non avere poteri sui format dei confronti tra i leader affidando la soluzione del problema al servizio pubblico radiotelevisivo. Dichiara Antonio Ingroia, capolista di Rivoluzione civile: ”La decisione della commissione di Vigilanza Rai di limitare la partecipazione dei politici ai dibattiti elettorali rappresenta una grave violazione della par condicio. Ho inviato una lettera al presidente Zavoli per chiedere l’ applicazione di una corretta disciplina dell’accesso alle reti del servizio pubblico, ma evidentemente ha prevalso la logica dell’inciucio e si e’ deciso di cambiare in corsa le regole, a campagna elettorale iniziata”. Conclude l’ex magistrato: ”Impedire agli altri candidati di partecipare ai programmi di informazione, privilegiando solo Bersani, Berlusconi e Monti, significa ledere gravemente i diritti dell’opinione pubblica e i principi di pari opportunita’, che e’ necessario garantire a tutti i competitori elettorali. Il nostro impegno in Parlamento sara’ quello di sfrattare subito i partiti dalla Rai e restituire ai cittadini un’informazione finalmente libera e indipendente”. Tra le decisioni della Vigilanza, c’e’ quella di prevedere che il 22 febbraio, ultimo giorno utile di campagna elettorale, si tengano le tre conferenze stampa tv di 40 minuti ciascuna dei leader delle tre coalizioni in competizione (Bersani, Berlusconi, Monti). L’ordine di andata in onda dalle 21 sara’ deciso con un sorteggio.