Su fisco e manovra bis cresce la distanza tra Monti e Bersani

Tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani è scontro frontale. Lo dimostra il sito del Pd dove si simula il gioco a incastro di una matrioska russa (ribattezzata polemicamente verso il premier dimissionario ”Marioska”) e si può leggere: Monti promette meno tasse.

Pd: non è che sotto il loden spunta Berlusconi?”. Due mesi fa sarebbe stata impensabile un immagine così sferzante da parte del partito di Bersani nei confronti del presidente del Consiglio.

A far salire la tensione è una frase pronunciata ieri da Monti a ”Omnibus” su La7: ”Escludo una manovra correttiva dei conti ma non escludo niente in certi casi di esito del voto”. Monti ha esposto anche il suo programma fiscale, tema che è diventato il centro della campagna elettorale: riduzione di Imu a iniziare dal 2013, di Irap e Irpef dal 2014.

Il riferimento al possibile esito di ingovernabilita’ che puo’ scaturire dalle elezioni non e’ piaciuto al Pd, anche se il premier ha precisato: ”Il ritorno del rischio sui mercati per l’Italia dipende da quello che facciamo a seguito delle elezioni. Non bastano maggioranze strette per fare tutte le riforme che servono per uscire dall’emergenza in cui e’ l’ Italia e se ci fosse una grande coalizione sulle riforme non so se avrebbe il sapore della vecchia politica, forse avrebbe quello della politica necessaria”. Quindi, disponibilita’ ad ampie soluzioni di governo dopo il voto e’ la novita’ che spiega i riferimenti delle ultime settimane di Monti al ”taglio delle ali” (Nichi Vendola e Roberto Maroni) e alla disponibilita’ del confronto con Pd e Pdl (se quest’ ultimo dovesse privarsi di Silvio Berlusconi).

Non piace al partito di Bersani neppure la stoccata che il leader di Scelta civica fa nei confronti del sindacato: ”Le opposizioni in materia di lavoro ci sono venute da un Pd molto condizionato dalla Cgil. E’ un peccato che si possano fare meno riforme di quelle che si potrebbero fare, semplicemente perche’ ci sono queste gabbie”.

La replica del segretario piddino arriva nel corso di una manifestazione elettorale a Padova: ”Lasciamo stare la grande coalizione, per l’amor di Dio”. Sull’ipotesi di una manovra economica che si puo’ fare o non fare a seconda di chi vince le elezioni, Bersani dichiara: ”Mi pare di avere capito che la manovra non si fa, se c’e’ lui. Un po’ di modestia sarebbe consigliabile. Io sono stanco di manovre come credo tutti gli italiani, non si puo’ inseguire la recessione con delle manovre e quindi sono contro”.

Su tasse e fisco, il leader del Pd annota: ”Nel 2013 bisogna certo pensare a un abbassamento del carico fiscale a vantaggio di lavoratori, pensionati e di chi investe per dare lavoro. Credo che serva subito rileggere il patto stabilita’ e mettere in moto un piano per le piccole opere per dare un po’ di lavoro”.

Conclude Bersani: ”Noi dobbiamo mettere un occhio alla concreta situazione economica e sociale. Nel 2013 gli italiani sono esposti a un tema sociale crucialissimo.

Chiedo: siamo a posto con i disabili, gli esodati, le risorse per gli ammortizzatori? Vogliamo partire da qui o no? Noi siamo per la progressivita’ sulle imposte, come l’Imu fino a 500 euro, e da quel che ricavi dalla fedelta’ fiscale, dal controllo della spesa pubblica e dalla dismissione del patrimonio si deve pensare a un abbassamento del carico fiscale”. Bersani avanza poi una proposta via Twitter: ”C’e’ poco spazio nella campagna elettorale per i problemi degli italiani. Sono pronto a un confronto tv con tutti i candidati”.

Critiche a Monti arrivano da Susanna Camusso, segretaria della Cgil: ”Pur dimissionario, dovrebbe ricordarsi di essere il presidente del Consiglio, quindi dovrebbe rispondere su a che punto lascia i conti del paese e non puo’ sostenere che la manovra ci puo’ essere o no a seconda di chi vince, anche perche’ appare un messaggio minaccioso agli elettori. I conti sono in ordine o non sono in ordine?”.

Angelino Alfano, segretario del Pdl, ostenta ottimismo nella trasmissione tv ”Otto e mezzo” di ieri sera: ”Gli ultimi sondaggi ci premiano: cresciamo di un 1%, mentre il Pd perde a causa della questione Monte Paschi di Siena. Sono risultati che vanno persino al di la’ delle nostre aspettative. Avevamo in programma di rimontare un 1% a settimana da qui alle elezioni. E invece andiamo ancora meglio. Il divario tra gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra comincia ad assottigliarsi. Siamo convinti che continuando cosi’, potremo effettivamente passare davanti e vincere. Soprattutto al Senato”.