CRISI & Stillicidio imprese

La crisi morde il potere d’acquisto degli italiani al punto che il loro reddito disponibile è ai livelli di 27 anni fa. Un allarme, questo, lanciato oggi da uno studio di Rete Imprese Italia. Non solo, ma nei primi 9 mesi del 2012 hanno chiuso i battenti oltre 216mila imprese artigiane e dei servizi di mercato. Sul fronte del lavoro, destano preoccupazione anche le ultime rilevazioni dell’Ocse: l’Italia è il paese europeo con il tasso di occupazione più basso dopo la Grecia e la Spagna. In Italia nel terzo trimestre del 2012 si è registrato infatti un tasso di occupazione del 56,8%, stabile rispetto al trimestre precedente e in calo dello 0,1% rispetto all’analogo periodo del 2011. Il dato è superiore solo al 50,4% della Grecia (era il 55% un anno prima) e al 55% della Spagna (contro il 56,9% del terzo trimestre 2011. A livello globale, le cifre sono inquietanti: nel 2012, calcola l’Ilo, in tutto il mondo i disoccupati sono saliti di 4 milioni a quota 197 milioni, senza contare i 39 milioni di ‘scoraggiati’ usciti del tutto dal mercato del lavoro. Tornando all’Italia, il reddito medio degli italiani è sceso a meno di 17mila euro: 16.955 euro contro i 17.337 euro dello scorso anno. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il dato era a 19.515 euro. Quest’anno sarà un anno tragico anche per i consumi, che caleranno ancora dell’1,4% e scenderanno ai livelli di 15 anni fa. Lo scorso anno il calo era stato del 4,4% rispetto al 2011: 15.920 euro a testa contro i 16.654 euro dei dodici mesi precedenti. Per il 2013 la spesa si dovrebbe attestare a 15.695 euro a testa. Guardando al futuro, la ripresa in Italia è "probabile" che arrivi nella seconda metà del 2013 ma sarà "molto lenta", ha rilevato il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini. "I modelli di previsione – ha spiegato – ci dicono che nella seconda metà del 2013 è probabile che ci possa essere un recupero dell’attività produttiva. Tutti i previsori – ha aggiunto – concordano che sarà una ripresa molto lenta, non solo in Italia ma anche in Europa". Ripresa che, secondo Giovannini, "se fosse cosi’ lenta non riuscirebbe a produrre nel breve termine effetti significativi sulla disoccupazione e quindi sulla condizione delle famiglie".