Avvenire, preziose e indispensabili competenze delle donne

”Considero preziose e persino indispensabili le competenze, le sensibilità e la praticità delle donne, la loro strutturale e vitale capacità di ‘essere per’ (che in questo tempo troppo si nega e si capovolge…). Ovviamente non penso che basti essere donne per essere buone amministratrici della cosa pubblica. Perchè le donne, esattamente come gli uomini, hanno tutte la stessa dignità e hanno diritto alle stesse occasioni, ma non sono tutte uguali”. Con queste parole il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, risponde a un lettore in un intervento dal titolo ”Per una politica più donna”.

Per diverso tempo, spiega, ”ho pensato e scritto che la logica delle ‘quote rosa’ elettorali suggerita da alcuni per equilibrare una rappresentanza politica larghissimamente maschile fosse una logica sbagliata. Una logica inutile e forse anche ghettizzante, perchè il problema poteva essere superato di slancio grazie soprattutto alle scelte di voto delle donne (che rappresentano la maggioranza del corpo elettorale). Sono un ottimista, ma un ottimista che fa i conti con la realta’. E ho cambiato, in qualche misura, parere. Constatando, infatti, che le cose da sole non cambiavano o comunque non cambiavano abbastanza rapidamente, ho in seguito giudicato ragionevoli e appropriati i percorsi normativi che anche in Italia hanno cominciato a scardinare in alcuni settori della vita civile l’idea che i ruoli dirigenti fossero sostanzialmente incompatibili o comunque difficilmente armonizzabili, a parte poche eccezioni, con la femminilita’ e con la maternita”’. Insomma, conclude il direttore, ”considero positive leggi come la 120/2011 che prevede nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle societa’ quotate in mercati regolamentati (e il regolamento analogo varato per le societa’ pubbliche) la presenza di almeno un terzo di membri appartenenti ‘al genere meno rappresentato’, cioe’ appunto donne. Vorrei che fossero norme ‘a dissolvenza progressiva’, perche’ via via non piu’ necessarie grazie a piu’ radicate mentalita’ e a pratiche reali tese a valorizzare meriti e competenze di uomini e donne senza piu’ ‘svantaggiare’ queste ultime. Io che nella mia carriera di cittadino-elettore ho votato spesso donne per le quale avevo grande stima, vedrei di buon occhio una legge elettorale che – almeno in una fase transitoria – ci consentisse di esprimere una sola preferenza per il nostro parlamentare, ma raddoppiabile nel caso di una scelta al maschile e di una al femminile”.