
Tra Bersani e Renzi è scontro sulle regole regole del ballottaggi. Vendola fa un endorsement a sfavore di Renzi e domani a Bapoli siglerà l’intesa con il segretario del Pd. "La battaglia si incarognisce – scrive La Stampa -, lo scontro sulle regole si risolvera’ con una mediazione, ma i veleni si sprecano. E tutto può tornar utile per portar dalla propria parte i vendoliani. In rete spunta anche la foto di Bersani intento a fare quattro chiacchiere, pur casuali, con l’attore Riccardo Scamarcio, icona delle fasce giovanili e sostenitore di Vendola. Che nell’androne del Pd si fa spiegare in breve da Bersani le sue ricette per superare la crisi economica.
Succede pure questo, tra un incontro con i lavoratori dell’Idi e vertici sui massimi sistemi. Bersani cuce la sua tela e giovedì sera in un teatro a Napoli sigillera’ l’intesa con Vendola, dando cosi’ un segnale chiaro ai 450 mila elettori di Nichi: che con il suo ‘endorsement a sfavore di Renzi’, si schiera col leader Pd. Ma è chiaro che è tutta una gara a pescare voti nel campo dell’avversario.
Renzi provera’ pure a corteggiare i vendoliani puntando sul cambiamento e anche sui temi cari al suo sostenitore Ermete Realacci: la green economy e il no alle grandi opere, per ‘parlare’ cosi’ anche ad una pancia di sinistra. Ma e’ sul ballottaggio a ‘numero chiuso’ la partita piu’ delicata, perche’ i coordinamenti provinciali hanno ricevuto da Roma la ‘delibera n.25’ che impone loro ‘di valutare con voto unanime la consistenza o meno delle cause, indipendenti dalla volonta’ dell’elettore, che ne hanno impedito l’iscrizione all’albo entro il 25 novembre’. Insomma, chi non portasse la giustificazione, biglietto aereo o certificato medico, in teoria non potrebbe accedere al doppio turno. ‘Allucinante e lotteremo fino all’ultimo contro l’apparato’, si sfoga Renzi.
Ma nel muro eretto da Bersani si puo’ leggere un margine minimo di flessibilita’: ‘Non si cambiano le regole in corsa, perche’ le primarie sono aperte, ma non sono un porto di mare’, dice il segretario al Corriere tv. Aggiungendo pero’ che ‘se uno va e dice "non ho potuto" va bene. Abbiamo lasciato una finestra di tempo perche’ si puo’ essere flessibili’. Dunque potrebbe finire cosi’: nessuna apertura sulle tre cose che vorrebbe Renzi, potersi iscrivere domenica, riaprire le registrazioni on line e allargare la finestra oltre i due giorni di giovedi’ e venerdi’. Ma alla fine chi si presentera’ autocertificando di non esser potuto andare al primo turno, potra’ probabilmente farsi registrare per il ballottaggio: una mediazione che non sposta granche’, si stima che cosi’ arriveranno poche decine di migliaia di votanti in piu’. Ma questo e’ il solo punto sub judice. E il clima di sospetti arriva al punto che i renziani vogliono sapere quanti siano i certificati elettorali gia’ stampati, non usati e ancora in circolazione. Lo dimostra una mail riservata di Lino Paganelli, delegato di Renzi al coordinamento nazionale. ‘Vogliamo conoscere il numero esatto dei certificati elettorali non utilizzati rimasti dopo il primo turno e dove attualmente si trovino’, ha chiesto al presidente dei Garanti e al Coordinatore Nazionale, ponendo pure il termine ultimativo ‘entro le 19,30’. Ma oltre tutto questo, per capire poi quel che si muove nel partito, ecco altri indizi: la scelta di Bersani di ringraziare gli elettori romani al circolo Pd del quartiere Mazzini, dove vota D’Alema; la difesa della Bindi, dello stesso D’Alema e di Veltroni. Per la cronaca, la Bindi che fino a un mese fa era indignata per non esser stata difesa dagli attacchi del rottamatore, ieri ha ricevuto questa dose di carezze dal segretario: ‘Sulle deroghe alle candidature di chi ha superato i tre mandati decidera’ la direzione del Pd. Ma la Bindi e’ il presidente del partito; e al congresso (che si terra’ in autunno, cioe’ con il nuovo Parlamento gia’ in carica, ndr.) si puo’ decidere di cambiare me, la Bindi, tutti’. Tradotto, la Bindi potra’ essere ricandidata e non si tocca. E premesso che la politica si fa anche fuori dal Parlamento, Bersani chiarisce che un partito non puo’ rinunciare a esperienze come quelle di D’Alema e Veltroni".