
"Alla fine il nodo è stato uno, e Silvio Berlusconi non è riuscito a scioglierlo: ‘Presidente, possiamo anche annullarle ora le primarie, va bene. Anche io so che sono un rischio, che con i tempi stretti l’organizzazione è difficile, con l’election day il quadro è cambiato. Ma quale è il progetto alternativo che lei ha in mente? Quale la via d’uscita? Perchè se c’è, annunciamolo. Ma se non c’è, e noi usciamo di qui dicendo che abbiamo scherzato, è la fine. Non solo mia, ma di tutti. Tutti’. Sta in queste considerazioni, in queste obiezioni e in queste ammissioni di Angelino Alfano davanti a un immusonito e sempre contrario Silvio Berlusconi il senso di una giornata iniziata nel gelo e finita forse nell’unico modo in cui era possibile: le primarie del Pdl vengono confermate, e si terranno molto probabilmente il 13 gennaio". Lo scrive il CORRIERE DELLA SERA aggiungendo che ciò "non significa che i problemi siano risolti, che il braccio di ferro tra il Cavaliere e il segretario abbia segnato la sconfitta dell’uno e la vittoria dell’altro o viceversa: ‘Chi racconta di risse e dimissioni ú giura Raffaele Fitto ú non ha capito nulla…’. Significa piuttosto che, per evitare una spaccatura del partito drammatica e senza rete, ci si e’ acconciati tutti, anche Berlusconi, alla soluzione meno dolorosa. Almeno per ora, perche’ ‘e’ ancora tutto possibile ú dicono dal partito ú: se il presidente vuol fare davvero saltare il banco, puo’ farlo in qualunque momento’. Perche’ una cosa e’ certa: nel vertice con Alfano, Letta, Verdini e Ghedini a palazzo Grazioli Berlusconi ha ribadito quanto lui non creda a una consultazione che ‘rischia di rivelarsi un bagno, se la fate il 16 dicembre non avete tempo per organizzarla, se la fate il 13 gennaio la gente sara’ intristita dal dopo feste, dall’aver appena pagato l’Imu, ma che voglia avra’ di venire a votare? Io resto contrario’. Ma, appunto, Alfano ha contrapposto le ragioni del ‘non possiamo piu’ tornare indietro’, e ha chiesto piuttosto all’ex premier di adoperarsi perche’ i tanti candidati che si ispirano a lui facciano un passo indietro ‘se non vogliamo che tutto diventi una buffonata’, e ha ragionato sulla data del 13 gennaio, che come alcuni suoi stessi fedelissimi gli hanno consigliato, potrebbe alla fine rivelarsi migliore di quella ipotizzata fino a ieri del 16 dicembre. (à)".
Su LA STAMPA Amedeo La Mattina parla invece di un Silvio Berlusconi che medita l’addio. "Ieri Berlusconi e’ arrivato a Roma sfoggiando un nuovo look invernale: cappotto lungo scuro e Borsalino di feltro dello stesso colore. Anche il suo volto era scuro come il suo cappello. E’ molto preoccupato per il processo Ruby, e’ convinto che verra’ condannato e che questo lo metterà ancora di piu’ fuori dai giochi politici. Anche di questo ieri a Palazzo Grazioli il Cavaliere ha parlato con Alfano, Gianni Letta e l’avvocato-deputato Ghedini. Hanno parlato pure di legge elettorale e di Monti, dell’inevitabilita’ di dover sostenere e fare parte dello schieramento che vuole riportare l’attuale premier a Palazzo Ghigi. Ma su questo punto i problemi non mancano e le tesi dentro il Pdl sono contrastanti. Bisognava pero’ fare il punto su primarie si’, primarie no, e una delle versioni piu’ accreditate e’ che si facciano il 13 gennaio e si potra’ votare pure on line. La novita’ piu’ ghiotta sembra un’altra, ovvero che Berlusconi, proprio perche’ sente arrivare la condanna per il processo Ruby, avrebbe preso atto della necessita’ di fare un definitivo passo indietro e lasciare tutto nelle mani di Alfano. Niente liste alternative al Pdl, ma vorrebbe candidare al Parlamento un gruppo di suoi fedelissimi e un po’ di societa’ civile. Alfano avrebbe risposto ok e pace fatta. Sara’ cosi’? Raccontare quello che accade nel Pdl e’ un esercizio che si compie sempre su terreno molto scivoloso.
Le fonti sono capi di accampamenti in lotta l’uno con l’altro, per cui il rischio di polpette avvelenate e’ sempre in agguato. (à)".
Sempre il CORRIERE DELLA SERA ha intervistato l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini. In particolare su un possibile appoggio a Mario Monti quale presidente del Consiglio. "Come vede il futuro politico del premier? ‘Ho letto le sue dichiarazioni come un salto di qualita’ nel confronto politico istituzionale. Quando nacque il governo Monti tutti immaginavano che sarebbe stata un’esperienza meramente emergenziale, oggi invece si e’ capito che il presidente ha esercitato un ruolo altamente politico. Non lo definirei un premier tecnocrate, ma un primo ministro con una visione per il futuro dell’Italia’. Una visione che puo’ diventare un programma politico? ‘L’attuale quadro vede un centrosinistra molto forte e unito pronto a vincere le elezioni e un fronte demolitore, di Grillo e Di Pietro. Mentre non c’è un fronte che corrisponda alla famiglia dei popolari europei, perchè le forze del centrodestra sono divise. La rottura con Casini e Fini ha fatto perdere a Berlusconi il ruolo di federatore dei moderati per dar vita a un grande schieramento liberal-democratico, laico e cattolico-riformista’. E adesso lei spera in Monti… ‘Non dobbiamo tirarlo per la giacchetta, nè chiedergli di diventare il capo di un altro piccolo partitino, ma incoraggiare la possibilità che sia lui il federatore dei moderati italiani. Scompaginerebbe il quadro politico e darebbe un interprete non eguagliabile, assieme a Mario Draghi, a chi crede nella prospettiva europeista’. Lei non vede le primarie come un traino per il Pdl? ‘Il rischio è che le primarie del Pdl si riducano a una fiera delle vanità, mentre quelle del Pd facciano emergere con chiarezza posizioni politiche che io ritengo preoccupanti. L’agenda di Bersani e Vendola è quasi demolitiva di Monti’".