Legge elettorale: commissione prende tempo, Pd-Pdl restano distanti

La commissione Affari costituzionali del Senato prende tempo sulla riforma della legge elettorale, formalmente affida al senatore della Lega Nord, Roberto Calderoli il compito di formulare una nuova versione della sua proposta di mediazione per domani mattina, ma ben sapendo che le posizioni dei partiti restano distanti e, come dice il presidente Carlo Vizzini, ‘sui numeri c’è una rigidità che non so se sarà possibile superare’. Una cosa resta certa, in questo panorama, il fatto che entro la settimana la commissione in ogni caso concluderà i lavori, con o senza un testo da portare in Aula, dove a questo punto si potra’ spostare la disputa sul superamento del Porcellum, ‘in modo che il Paese senta di che cosa si tratta’ o, come ha efficacemente detto un senatore, dove sara’ possibile assistere ad un ‘rotoliamoci nel fango’ più o meno generale. L’agenda dei lavori della commissione prevede dunque per domani mattina il deposito di una proposta Calderoli su cui sara’ possibile presentare entro le 13 eventuali subemendamenti, peraltro gia’ annunciati dal Pd. Se la proposta riuscira’ ad aprire uno spiraglio per un’eventuale intesa si procedera’ in tal senso, anche con riunioni notturne, altrimenti si continuera’ a votare il testo e gli emendamenti presentati in commissione. Alle 17 di oggi e’ stata intanto convocata la conferenza dei capigruppo del Senato che dovrebbe calendarizzare la riforma della legge elettorale in Aula per la settimana prossima.
Per quanto riguarda le posizioni dei singoli partiti, ciscuno ribadisce le proprie posizioni: il Pdl resta sulla proposta Malan, con una soglia del 42,5% alla coalizione per il premio di maggioranza del 10% e nessun ‘premietto’, il Pd sulla proposta D’Alimonte (soglia al 40% per premio governabilita’ al 54% e premietto del 10%). Calderoli sforna a ritmi serrati nuove formulazioni del suo emendamento definito ‘ascensore’, con premi di aggregazione variabili a seconda dei seggi raggiunti nel caso nessun partito o coalizione arrivi al 40%. In attesa della sua ultima mediazione, la commissione ha deciso di accantonare tutti gli emendamenti su soglie, premi e premietti fino a domani alle 14 quando la commissione si riunira’ per trarre le conclusioni di questo lungo lavoro. Quagliariello del Pdl assicura che ‘abbiamo sempre aperta la possibilita’ di mediazione, vorremmo evitare che si arrivi in Aula con un testo che non raccolga una maggiroanza che non sia ampia’. E pone pero’ come condizione che nella mediazione non si proceda come in un ‘suk arabo’ con contrattazioni per punti. ‘Non accettiamo concessioni parziali: o c’e’ un accordo, e quindi anche la disponibilita’ a votare tutto il testo della legge’, ovvero premi, premietti, soglie ma anche le preferenze, perche’ a quel punto ‘le differenze tra le varie posizioni in Aula dovranno essere soltanto marginali’, oppure ‘noi andiamo avanti con il testo Malan perche’ cosi’ si scoprira’ chi la legge la vuole e chi no’.
Il Pd, come assicura il relatore Enzo Bianco ‘e’ assolutamente d’accordo’ e garantisce che ‘se si trova l’intesa ci sara’ il nostro voto favorevole anche sulle parti su cui abbiamo sempre espresso le nostre riserve, come le preferenze’. Il punto di partenza dei democratici e’ sempre la proposta D’Alimonte, ma alla fine ammette la disponibilita’ a ragionare sui premi di governabilita’ progressivi di Calderoli, ‘a patto che la loro entita’ venga aumentata’, cioe’ garantisca un numero di seggi superiori alla proposta ventilata dal padre del Porcellum.
Calderoli dal canto suo, lasciando la commissione, taglia la testa al toro e sentenzia: ‘Il Pd vuole per chi raggiunga tra il 35 ed il 40% dei seggi un premio di aggregazione del 30 o superiore al 30%. Bene, questo sicuramente non ci sara’.
Nella mia proposta io ipotizzava il 25%. Non sanno neppure fare i conti perche’ sopra 40% scatterebbe un premio che porterebbe a un livello superiore a quello previsto dal premio di governabilita’. Io non faccio un emendamento come vuole il Pd. Piuttosto niente’.
Per tutti conclude il presidente della commissione, Vizzini: ‘C’e’ un ragionamento aperto perche’ la legge elettorale venga approvata con una maggioranza ampia, anche se per quello che credo io, sull’idea in se’ c’e’ disponibilita’ a discutere, ma sui numeri c’e’ una rigidita’ che non so se sara’ possibile superare’. In ogni caso, conclude, ‘chiuderemo i lavori della commissione in settimana, per poi andare in Aula. Chiuderemo per fine lavori, cioe’ comunque, ma io spero ancora di chiudere con dignita’, cioe’ con il mandato del relatore a riferire in Aula’.