
Negli istituti penitenziari italiani mancano 118 dirigenti (22,1%), 374 ex educatori (27,2%, funzionari giuridico-pedagogici), 572 assistenti sociali (35,1%) e 3.691 agenti della polizia penitenziaria ("solo" l’8,9%). Lo dice l’associazione Antigone nel suo IX rapporto sulle condizioni di detenzione ‘Senza Dignità’, presentato a Roma.
"Sui dirigenti – dice Antigone – affonderà la mannaia della spending review e la perdita del 20% dei direttori. Le direzioni delle carceri più piccole saranno, affidate a poliziotti così negando lo spirito riformatore della legge penitenziaria. Tra i temi indagati dalla Corte dei Conti vi è proprio quello dell`utilizzo del personale di polizia penitenziaria, spesso impiegato impropriamente. Il 10% del personale di Polizia non presta servizio in carcere. ‘Sul piano gestionale’, scrive la Corte, ‘e prescindendo da qualunque considerazione di legittimità dei singoli provvedimenti di comando e distacco, è ovvio dubitare che risponda a criteri di efficienza, efficacia ed economicità la sottrazione dai compiti da svolgere negli istituti penitenziari di un così elevato numero di appartenenti al Corpo’".
"A ciò si aggiunga che l’Italia, nonostante la segnalata carenza, resta tra i paesi con la più bassa ‘rate of supervision’ in Europa, ovvero – prosegue Antigone – il più basso numero di detenuti per ogni agente di polizia1. Mentre noi abbiamo circa 1,8 detenuti per poliziotto, in Francia ne hanno 2,5, in Germania 2,6, in Spagna 4,2 ed in Inghilterra e Galles 2,6. Giusto per dare un termine di paragone, il numero di stranieri per ogni mediatore culturale è ad oggi 74".