Le primarie tengono banco tra le fila del Pd, mentre si attende il dibattito televisivo di stasera, e in particolare il faccia a faccia tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi.
Scrive il CORRIERE DELLA SERA: "Renzi, da che era fermo nei sondaggi, che lo davano abbondantemente sotto al segretario Pier Luigi Bersani, in queste ultime due settimane ha recuperato otto punti in percentuale. E il leader del Partito democratico non vuole certo perdere per tenere in piedi una nomenklatura che non ritiene sua. Cosi’, mentre l’avversario Renzi cerca di allargare la platea delle primarie, ottenendo le dichiarazioni di voto di Paolo Bonolis e Antonella Clerici, Bersani non sente le sirene dei sondaggi e lavora duro per il partito che verrà dopo le elezioni. Il leader del Pd non vuole farsi cogliere alla sprovvista, in mezzo alla campagna per le primarie: non vuole sentirsi rinfacciare che dopo D’Alema e Veltroni non c’e’ stato nessun ricambio. Percio’ la sua parola d’ordine e’ una sola: ‘La ruota gira’. E non guarda in faccia a nessuno, aggiungono gli uomini dello staff bersaniano. Tradotto: D’Alema e Veltroni non saranno gli unici pensionati del Parlamento. Del resto Bersani su questo punto e’ stato chiaro: ‘Non faro’ eccezioni, chi ha piu’ di tre mandati alle spalle dovra’ chiedere la deroga personalmente, non saro’ io a sollecitarla’.
Il che significa che Rosy Bindi, la prima esponente della nomenklatura contro cui Renzi si scaglio’, dovra’ decidere se fare la cattiva figura di chiedere un altro mandato, o se vorra’, piuttosto, unirsi alla pattuglia dei pensionati, essendo giunta alla sesta legislatura. Lo stesso dicasi per Anna Finocchiaro, (à). E che dire di Beppe Fioroni, che e’ alla quarta legislatura? (à). Dunque, la strada del prepensionamento e’ aperta per molti, anche perche’ Bersani ha seriamente intenzione di rinnovare le liste elettorali del Pd. Il segretario ha gia’ in mente dei nomi per le candidature della legislatura che verra’: il responsabile organizzativo Nico Stumpo, l’economista Stefano Fassina, l’ex dalemiano Matteo Orfini, il suo portavoce Stefano Di Traglia e le due pasdaran Alessandra Moretti e Chiara Geloni, direttora di You dem, la tv via web del Pd. (à) Sono il volto nuovo dell’universo femminile del Pd. Come lo e’ ú e lo sara’ ú Laura Puppato, un’altra esponente chiamata a rappresentare il profilo del neo Partito democratico che dice addio a Bindi, Finocchiaro, Livia Turco, e anche ad Anna Serafini, moglie del sindaco di Torino Piero Fassino".
Quello di oggi, su Sky tv, sara’ un appuntamento importante in questo senso. Scrive LA REPUBBLICA: "I consigli si sprecano. Ma c’e’ poco "american style" nell’allenamento degli sfidanti per l’X Factor del centrosinistra. Niente sparring partner, i cinque i candidati alle primarie hanno trascorso la vigilia macinando chilometri, mantenendo gli appuntamenti di campagna elettorale, i dibattiti. Gli outsider Laura Puppato e Bruno Tabacci sanno di non doversi fare intimidire dal confronto tv. (à) La strategia di Bersani mantiene due bussole: puntare sui temi concreti, fisco, occupazione, costi della politica, moralita’ e diritti. Sapendo che la posta in gioco sta in una domanda-clou: ‘A chi affideresti le chiavi di una casa pericolante, l’Italia, che va rimessa in sesto?’. Avra’ pero’ di fronte un inedito Matteo Renzi, al quale e’ stato consigliato di rottamare la "rottamazione". Lo sfidante Renzi parlera’ di rinnovamento, sta pensando di presentarsi in giacca e cravatta, non obamianamente in maniche di camicia (à)".
Renzi avrebbe preferito la Rai (da Fazio), ma Bersani ha insistito per Sky. Anche su questo e’ scoppiata una piccola polemica, come riferisce LA STAMPA: "Perche’ Sky?
‘Non e’ che scegliendo Sky – spiega Stefano Di Traglia, da anni piu’ che portavoce, spin doctor di Bersani – diamo un giudizio negativo su altri. Voglio ricordare che la scelta, su cui c’era una disponibilita’ iniziale di alcuni, e’ stata poi condivisa da tutti, non c’e’ stata opposizione, ne’ abbiamo imposto alcunche’. Insomma, se Renzi preferiva Fazio avrebbe potuto dirlo al tavolo, ma non l’ha fatto. Nel giorno del confronto tv per le primarie – stasera su Sky Cielo – il ragionamento dell’uomo piu’ vicino al segretario del Pd inquadra la storia senza tirarsi indietro, anzi, dinanzi alle parole di Fabio Fazio alla Stampa (‘avrei trovato piu’ istituzionale, e forse anche piu’ coerente, che il confronto avvenisse sul servizio pubblico’). (à) Vuol dire che, in caso di ballottaggio Bersani-Renzi, la porta non e’ chiusa a un secondo dibattito, e magari sara’ possibile farlo in Rai?
‘Non è escluso; bisognera’ vedere se faremo in tempo, cosa che non credo. Ma non e’ escluso’. In sostanza il no alla Rai non e’ definitivo, ne’ lo e’ quello a Fazio, ‘non ho mai pensato che fosse leggerino, e’ uno dei piu’ importanti conduttori della tv nazionale. Le primarie, le abbiamo volute noi. Il confronto tv si fara’ per la prima volta, ai tempi di Prodi non si fece, e l’abbiamo voluto noi. Ma il dibattito in tv e’ un servizio ai cittadini; dove a prevalere dovranno essere i candidati e i loro programmi, non il conduttore’. Ieri Simona Bonafè, portavoce del Comitato Renzi, aveva scritto una lettera alla Stampa in cui giudicava ‘singolare che un protagonista della tv fosse considerato inadeguato’, ricordava la circostanza che fu Fazio a chiamare Enzo Biagi in tv dopo l’editto di Sofia del Cavaliere, infine chiedeva al conduttore di ‘Che tempo che fa’: Ripensaci, vieni a votare alle primarie".
