La riforma delle Province andava fatta perchè l’Italia è ormai da tempo in un nuovo mondo e l’azione dell’esecutivo ‘non si è mossa con una scelta dall’alto ma di condivisione con chi ha voluto discutere questa riforma’. A rivendicarlo è il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri che, in una lunga intervista al quotidiano romano ‘Il Messagggero’, spiega il senso della riforma lasciando aperta la porta al dialogo ma affermando chiaramente che occorre mettere uno stop deciso a ogni ‘campanilismo’. A chi si appella a Tar o, addirittura, alla Corte costituzionale, il ministro risponde che ‘in un quadro di dialogo ad ampio raggio, di tutti con tutti e alla luce dei cambiamenti che sono intervenuti nella società’ occorre credere nel cambiamento ma che, nel contempo, ‘è venuto il momento in cui i campanilismi possono essere superati’. Ribadendo la necessità di riformare una organizzazione statale ‘figlia di una Italia a cavallo mentre ora c’è il web’, Cancellieri prova anche a tranquillizzare sotto l’aspetto occupazionale. ‘Ci saranno risparmi. – ha affermato infatti – ma non licenziamenti. Il personale verra’ assorbito e ridistribuito nelle nuove entita’ territoriali accorpate. Resteranno, come commissari delle Province, i vecchi presidenti’. Un risparmio che, comunque, il governo non si azzarda ancora a quantificare ma che si chiarirà ‘in corso d’opera’. Certamente, conclude il responsabile del Viminale, si tratterà ‘tra prefetture, direzioni provinciali, questure, motorizzazione civile e altri enti di un ingente recupero di fondi’.
