Fiducia sul ddl corruzione. Diffamazione, multe ridotte

Oggi voto di fiducia alla Camera sul ddl anticorruzione, domani il voto definitivo. Nel frattempo passi avanti del "ddl Sallusti", con la forzatura di Pdl e Lega. Contrari al ritorno in commissione proposto dal Pd. Dimezzata a 50mila euro la multa. Scrive La Stampa: "Pur accompagnato da polemiche e scetticismi, il ddl Anticorruzione stasera sarà legge dello Stato. Il governo ha chiesto alla Camera un voto di fiducia e i partiti della ‘strana’ maggioranza sono pronti a votarla.
Compreso il Pdl, che era atteso alla prova dopo lo scarto di Berlusconi dell’altro giorno. Ma Angelino Alfano garantisce: ‘Voteremo convintamente la fiducia al disegno di legge che reca come prima firma la mia’. Per il momento, dunque, le cose marciano come prima. Ci ha pensato il ministro della Giustizia, Paola Severino, a spendere la sua autorevolezza per chiudere la partita sulla corruzione. L’ha fatto con un pizzico di rabbia, accumulata in queste settimane così incandescenti. ‘Nulla è approvato da tutti perchè nulla è perfetto e tutto è perfettibile’, ha esordito, citando una favola di Esopo. ‘Ma se aspettassimo il provvedimento perfetto, nulla si muoverebbe. E invece il legislatore deve avere il coraggio di andare avanti anche quando non c’e’ condivisione totale’. Alla Severino hanno fatto male alcune critiche piu’ di altre. C’e’ stato chi l’ha accusata di avere fatto la scelta di ‘sdoppiare’ il reato di concussione per fare un piacere ad alcuni indagati eccellenti (caso Penati e caso Berlusconi-Ruby, ad esempio). ‘Non replichero’ – dira’ lei alla Camera – perche’ ho spiegato diffusamente la ragione dello sdoppiamento e a questo punto dico che non capisce chi non vuole capire. Erano le fonti europee che ci dicevano di fare attenzione a questa specificita’ italiana che e’ la concussione. Nel resto d’Europa, chi paga una mazzetta e’ sempre considerato un corruttore’. In effetti solo in Italia c’e’ chi paga la tangente ed e’ considerato una vittima. E c’e’ poi stato chi (i magistrati da ultimo, ma anche l’Idv e una larga fetta di giornali di sinistra) ha sostenuto che troppe cose mancano da questo ddl per potersi considerare soddisfatti. ‘Perche’ – e’ sbottata nella sua replica ufficiale – si ricordano solo le assenze e non le presenze? Perchè nessuno dice che tutte le pene sono state modificate?’".

Intanto la legge sulla Diffamazione e’ in affanno al Senato nonostante l’asse Pdl-Lega. Scrive LA REPUBBLICA: "Ddl anti-corruzione al voto alla Camera con l’ennesima fiducia, mentre cade nel vuoto l’ultimo appello dell’Anm a modifiche per evitare una ‘parziale amnistia’. Due leggi, due storie. Quella sulla diffamazione destinata oggi allo showdown, mentre la Fnsi, il sindacato dei giornalisti, lancia l’ultimo appello nel sitin al Pantheon a fermarsi per ‘non assumersi la grave responsabilita’ di far morire il giornalismo investigativo’ (Siddi). Ma il tentativo di rinviare tutto in commissione lanciato dalla Pd Finocchiaro e condiviso da Idv, Udc e Api viene sconfitto dal ritrovato legame Pdl-Lega. Finisce pari (115 si’, 110 no, 5 astenuti), ma al Senato le astensioni valgono voto contrario. Uno smacco che non fa arretrare i Democratici, decisi a stoppare il bavaglio anti-stampa. Ci ha provato pure Franceschini alla Camera proponendo di mettere un’asciutta norma salva-Sallusti nel ddl sulle pene alternative al carcere, convinto che al Senato sarebbe saltato tutto. Ma cosi’ poi non e’ stato. Dopo due ore di caos nell’emiciclo di palazzo Madama, Legnini (Pd) chiede che almeno l’articolo 1, il cuore del ddl che cambia la legge sulla diffamazione del ’48, torni in commissione. Il vice presidente Chiti, anche lui Pd, cui si addebita la "colpa" di aver firmato il ddl originario con il capogruppo Pdl Gasparri, esita e si riserva di parlarne con Schifani.
Pubblicamente pero’ ammette dopo l’ennesimo scontro: ‘Colleghi, qui sembra di stare in commissione… ‘. Il Pd anticipa il suo no all’articolo uno, mentre Rutelli (Api) fa marcia indietro sul voto segreto e dice che ‘su una legge indecorosa’ bisogna metterci la faccia. Decisamente due aule, quella deserta per la corruzione alla Camera, dove il Guardasigilli Severino parla ai banchi vuoti e rivendica la ‘sfida’ del suo ddl, e quella di palazzo Madama dove il Pd D’Ambrosio scuote i presenti quando dice: ‘Mi sento in imbarazzo. Stiamo facendo un provvedimento incredibile in cui si dice tutto e il contrario di tutto, un testo mostruoso di cui ci dovremo vergognarci e sul quale d’ora in poi io mi asterrò. Momenti di grande tensione, passa la modifica che riduce le multe da 100mila a 50mila euro, che calano di 2/3 se c’è la rettifica, viene cancellato (Zanda) il raddoppio delle pene se nella diffamazione concorrono giornalista, direttore ed editore. Cade il raddoppio della pena in caso recidiva, passa la rettifica digitale per le testate sul web.
Rinvio a oggi invece per la trasmissione degli atti al giudice, con o senza l’esplicita richiesta di sanzioni disciplinari. Rinvio anche per l’interdizione variamente modulata sulla recidiva per via di un confuso emendamento Balboni-Mugnai (Pdl). Scontro sulla proposta Malan (Pdl) di individuare il foro competente per i reati via Internet. Oggi le due leggi correranno ancora in parallelo. A Montecitorio con la fiducia alle 18 e domani il voto definitivo"