Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede al Parlamento di avviare una "necessaria riflessione" sui provvedimenti di clemenza, lancia un duro richiamo sulla "ferita" del sovraffollamento delle carceri e sollecita l’approvazione urgente di misure svuota-prigioni, a cominciare dal pacchetto di misure alternative al carcere. Scrive LA STAMPA: "Una situazione insostenibile, quella delle carceri. Il sovraffollamento e’ sempre li’, nonostante i palliativi del governo, e nell’indifferenza delle forze politiche che a tutto pensano, meno che ai provvedimenti di depenalizzazione e di pene alternative che pure il governo aveva predisposto.
L’ultimissimo conteggio dice che erano in cella 66.384 persone a fronte di una capienza regolamentare di 45.555.
Gironi danteschi, ecco che cosa sono le nostre carceri. Cosi’ per l’ennesima volta e’ il Quirinale a farsi sentire. ‘Una realtà che non fa onore al nostro Paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee’, dice Giorgio Napolitano, ricevendo un gruppo di intellettuali e giuristi che denunciano la gravità della realtà carceraria. Senza scomodare il solito Cesare Beccaria, il Capo dello Stato, che pure aveva parlato pubblicamente del tema già a luglio, ribadisce la sua ‘dura analisi critica’. Dal Colle osservano sgomenti che un ddl di Paola Severino, quello sulle pene alternative al carcere e la messa in prova, batte il passo e così il Capo dello Stato esorta a fare presto, rinnovando l’auspicio ‘che proposte volte a incidere anche e soprattutto sulle cause strutturali della degenerazione dello stato delle carceri in Italia trovino sollecita approvazione in Parlamento’. Poi, certo, sullo sfondo resta il dibattito su un’amnistia. In questa legislatura non c’è il tempo, nè le condizioni politiche. E il Presidente lancia una proposta-provocazione su quanto sia necessaria una ‘riflessione sull’attuale formulazione dell’art. 79 della Costituzione (laddove recita: ‘L’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera…’, ndr) che a cio’ oppone cosi’ rilevanti ostacoli’. Come si vede, dal Capo dello Stato giunge un sostegno forte alle proposte della ministra della Giustizia. Giustappunto 48 ore fa al ministero della Giustizia era stata insediata una commissione di studio sugli effetti del lavoro in carcere in rapporto alla recidiva. ‘Abbattere la recidiva e’ il vero, unico modo per affrontare sistematicamente il tema della carcerazione e della pena’, sottolineava la ministra. E’ stato calcolato che la recidiva di chi resta tutto il tempo chiuso in cella e’ tripla a quella di chi sconta la condanna con misure alternative (il 68,5% contro il 19%). ‘Dobbiamo convincere l’opinione pubblica del fatto che le misure alternative alla detenzione e il lavoro carcerario non sono un pericolo, ma una soluzione’. La ministra insomma crede fermamente nelle pene alternative. Non soltanto perche’ gli istituti penitenziari traboccano di detenuti, e nemmeno perche’ ogni detenuto costa un sacco di soldi (ogni punto di recidiva in meno significherebbe un risparmio di 51 milioni di euro all’anno), ma perche’ questa e’ la via maestra di tutt’Europa: mentre in Italia l’82,6% delle condanne vengono scontate in carcere, in Francia e Gran Bretagna quasi il 75% vengono scontate all’esterno. E quindi, a commento dell’esortazione del Quirinale, Paola Severino incassa con piena soddisfazione: ‘Condivido pienamente. Ho piu’ volte sollecitato io stessa l’accelerazione dell’itinerario parlamentare’".
