I magistrati non devono apparire ‘sensibili’ al consenso popolare: Rodolfo Sabelli, presidente dell’Anm, rivendica, parlando con Il Fatto, l’attacco del sindacato delle toghe ai pm palermitani intervenuti alla festa del quotidiano indipendente che ha consegnato al procuratore aggiunto Antonio Ingroia, accompagnato dal sostituto Nino Di Matteo, le 150mila firme di solidarietà raccolte fra i lettori.
"Io ci avrei riflettuto", dice Sabelli. "La magistratura non ha bisogno del consenso popolare".
In ogni caso, a giudizio del numero uno dell’Anm Ingroia "non ha invitato a cessare le collusioni fra politici e mafia, ma ha invitato i cittadini a cambiare questo ceto politico collegando il discorso alla materia delle sue indagini". Replicando all’intervistatore che gli contesta l’affermazione, e dopo aver ricordato che il video del dibattito è disponibile sul sito del Fatto, sostiene che il magistrato palermitano ha chiesto ai cittadini di cambiare la classe dirigente "dopo aver elencato le leggi che non sono state fatte per lottare contro la mafia", Sabelli ribadisce: "E no, lì l’invito era chiaro. E’ un’affermazione politica che si riferisce di cui Ingroia e Di Matteo sono titolari. A prescindere dal punto in cui ha pronunciato la frase più politica, sapeva bene che tutti i giornali avrebbero dato spazio solo a quella e non alle altre parti del discorso".
