Dopo-Monti, scontro tra i partiti

Il tema del dopo Monti è al centro del dibattito politico. L’Udc chiede la conferma del Professore ma il Pdl e il Pd non ci stanno. Il premier sgombra il campo dalle supposizioni: "Dopo di me l’Italia sapra’ trovare un altro leader". "Casini ha chiuso la tre giorni di Chianciano con un discorso pubblico e uno riservato ai dirigenti dell’Udc preoccupati delle aperture che saranno costretti a fare se e quando si faranno le liste per Italia e per Monti. La parte pubblica – racconta LA STAMPA – e’ la sintesi di una posizione ritornata ad essere fortemente centrista, che vuole smentire gli abbracci con la sinistra targata Pd-Sel. L’ex premier della Camera ha bisogno di marcare le distanze nel momento in cui apre il partito e lancia la lista dei moderati, con l’ambizione di raggiungere percentuali elettorali a due cifre. Certo, spiega il leader centrista, se Bersani prende il 40% allora governerà da premier, altrimenti a Palazzo Chigi deve ritornare Monti sostenuto da una larga maggioranza: e senza Berlusconi sarebbe pure meglio".

"Le parole di ieri sono chiare. ‘Nulla sara’ come prima e dobbiamo dirlo a chi ritorna a Berlusconi e a chi si illude che il Pd possa fare da collante tra i sostenitori di questo governo ed il neomassimalismo’. Insomma, Vendola dovra’ essere fuori gioco nei piani egemonici di Casini in versione allargata non a qualche ‘figurina’, come lo accusa Alfano. Un’operazione invece grande, ‘con i tanti amici della societa’ civile che sono venuti a questa festa e con altri che si aggiungeranno’. ‘Chi ancora tenta di rifugiarsi dietro le etichette destra e sinistra non ha capito che il mondo e’ cambiato e non ha capito nulla di noi: a noi non interessa aggiungere un posto a tavola’. Ma l’obiettivo e’ calcare la mano, prendere le distanze da Bersani e da Vendola in particolare. Nel suo discorso ha aggiunto a braccio un passaggio proprio in quest’ultimo senso. ‘Rispetto e comprendo Vendola che vorrebbe sposarsi con il suo compagno, ma questo non mi spinge a dire che i connotati del matrimonio, cosi’ come sono stabiliti dalla Costituzione, debbano essere cambiati’".

"Se il Pd o una parte del Pd vuole andare oltre l’agenda Monti, Casini risponde no, e chiede ai partiti un impegno vincolante in Parlamento prima delle elezioni sul progetto di costruzione europea. Sono tante le punzecchiature al segretario dei Democratici. Primo: non e’ detto che bisogna fare una legge elettorale che la sera delle elezioni ci consenta di sapere non chi governera’ ma chi non governera’. E questo perche’ ‘tutti coloro che sono andati a festeggiare le vittorie annunciate non sono stati in grado di governare’. Secondo: andremo in Parlamento per vedere chi vuole cambiare il Porcellum, mentre il Pd fissa ‘paletti tanto alti ed obiettivi miracolistici, sapendo che non si possono realizzare. Cosi’ chi vuole tenersi la legge attuale se ne assumera’ la responsabilita’. Ci vogliono le preferenze perche’ gli italiani vogliono conoscere fisicamente le persone con cui prendersela. Casini ha un fronte interno, quei dirigenti che alle elezioni non vogliono fare da portatori d’acqua ai tecnici e agli esterni, perdendo la possibilita’ di candidarsi e/o essere eletti. Lui e’ stato chiaro. Basta rendite di posizione, non tutti sono indispensabili, questa e’ una prospettiva del tutto nuova, chi ha coraggio sale sulla nave, altrimenti si rischia di rimanere in un’inconcludente ridotta del 6-8%. ‘Ragazzi, qui ora si pedala, mettiamoci in gioco, non si puo’ tenere bloccato il tappo altrimenti saranno gli altri a farlo saltare’, ha detto Casini guardando negli occhi i malpancisti dell’Udc".

Sempre su LA STAMPA vengono riportate le parole del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che domenica a Reggio Emilia ha chiuso la Festa democratica. Per il futuro dell’esecutivo, assicura, "all’Europa e al mondo che davanti a mesi cruciali noi garantiremo la stabilita’ del governo Monti. E tuttavia parliamo senza ambiguita’ della prospettiva delle elezioni, sempre che Moody’s non ce le sostituisca con una consultazione tra banchieri. Tocca agli italiani decidere chi governera’, noi siamo pronti a prenderci le nostre responsabilita’. E se e’ assodato che ‘la credibilita’ e il rigore che Monti ha mostrato al mondo e’ un punto di non ritorno, noi vogliamo metterci dentro piu’ lavoro, piu’ uguaglianza, piu’ diritti’. Quindi strada sbarrata ai ‘mercati che vogliono forzarci a chiedere un aiuto di cui non conosciamo le condizioni’ – e qui a molti devono esser fischiate le orecchie. Piuttosto si lanci ‘una fase costituente, una convenzione per un nuovo trattato europeo che rafforzi il processo unitario’.

Sul tema e’ intervenuto anche Angelino Alfano. "Il segretario del Pdl prova, piuttosto, a reintrodurre nel dibattito il ricordo di una antica prassi – si legge su IL GIORNALE -: quella che prevede per un aspirante premier la candidatura e il giudizio degli elettori. ‘Se qualcuno vuole ancora Monti alla guida del governo dovra’ trovarlo sulla scheda perche’ il sale della democrazia sta nel fatto che governa chi vince le elezioni’. ‘O si sospendono le prossime elezioni o dalle prossime elezioni non si potra’ prescindere. Cio’ non toglie l’importantissima funzione che Monti ha svolto e sta svolgendo per il Paese: noi non abbiamo condiviso tutto quello che ha fatto, ma riconosciamo di non aver sbagliato nel sostenerlo’. Alfano svela poi che il nome di Berlusconi sara’ sulla prossima scheda elettorale. ‘Credo di si’.
Berlusconi e’ ‘il fondatore del partito e ha diritto di riproporre la sua candidatura. E’ il detentore del titolo: ha vinto nel 2008 e ha diritto di chiedere agli italiani un giudizio sul suo operato’. Il tutto corredato da una battuta sulle mosse del partito centrista: ‘Crediamo che il problema non sia quello di aggiungere all’album dell’Udc nuove figure’, ma che sia quello di dare ‘credibilita’ a un progetto politico".