Nella settimana che va dal 13 al 19 Agosto, abbiamo condotto una indagine sui prodotti ortofrutticoli, confrontando i prezzi dei produttori, rilevati presso il CAR (Centro Agroalimentare di Roma), con quello dei Supermercati che rappresentano la fase finale della filiera con l’indicazione precisa di quanto i consumatori esborsano. Lo comunicano i Membri del Comitato Esecutivo Regionale dei Riformisti Italiani Pietro Bardoscia e Michel Emi Maritato.
Ad Esempio negli Iper/Supermercati abbiamo rilevato che: presso il Centro Commerciale Panorama per un Kg. di anguria si spende 0,89 € contro i 0,25 € al Kg. del CAR, circa il 240% in più; presso il Carrefour Market i meloni retati si vendono a 0,88 € al kg. contro il prezzo di 0,40-0,60 € al kg praticato all’ingrosso, circa il 100/120% in più; al Conad Margherita le cose non cambiano, l’insalata Canasta costano 1,19 € al kg contro i 0,60-0,70 € dei produttori, circa il 100% in più; alla Coop per acquistare delle pesche Percoche occorre spendere mediamente 1,20€ al kg contro i 0,60-0,80% del CAR, con un aumento che varia dall’80 al 100% circa;
Nei discount, la situazione migliora un pò. Abbiamo rilevato che:
presso l’Eurospin i fagiolini freschi costano 1,49 € al kg contro 1,00-1,10 al kg € dei produttori, con un aumento del 40-50% in più; al Md Discount la pesca percoca costa 0,79 € al kg, circa il 35% in più rispetto al CAR; al Tuo Dì le pesche polpa gialla costano 0,99 € al kg contro i 0,40 – 0,70 dei produttori con un aumento del 60-100%. Per le susine rosse il costo è 1,25, € al kg contro i 0,70 – 0,90 € al Kg del Car, circa il 70-90% in più . I pomodori Picadilly costano 1,98 € al kg contro i 1-1,20 € al kg. del Car con un aumento pari al 80-100% in più;
A Settembre queste percentuali, secondo le nostre stime, aumenteranno ancora di più in negativo. In conclusione possiamo affermare che, anche questo anno, abbiamo dimostrato come a rimetterci siano solo ed unicamente gli agricoltori e i consumatori finali. E’ necessario intervenire sulla filiera intermedia dove avviene l’aumento del costo dei prodotti ortofrutticoli, sino a punte del 240% in più su alcuni di essi, rispetto al loro prezzo di origine.
E’ chiaro – proseguono i Riformisti – che gli agricoltori non sono tutelati, per questo bisogna monitorare costantemente i prezzi dei prodotti ortofrutticoli facendo in modo che il tutto si distribuisca in maniera omogenea ed equa; solo così è possibile garantire agli agricoltori quel margine di guadagno minimo necessario non solo a mantenere la famiglia e a pagare gli operai impiegati nel settore, ma anche a reinvestire parte di questi profitti nella propria attività.
Negli ultimi anni la percentuale degli agricoltori, in particolar modo a Roma e nel Lazio, che hanno cessato la loro attività è aumentato considerevolmente a causa dei ridotti margini di guadagno, ove ce se siano stati, e dalla contrazione dei consumi. A tutto questo si aggiunge l’aumento del costo dei prodotti fitosanitari, delle sementi, dei concimi, dell’acqua, dell’energia elettrica, del gasolio (necessario per riscaldare i prodotti di inverno) e delle imposte che hanno contribuito ad accentuare questo fenomeno. Sostenere l’agricoltura in Italia, insieme al turismo e alla piccole/medie imprese può rappresentare concretamente il volano per una ripresa economica. Per questo – conclude Bardoscia – invitiamo il Governo a prevedere tutte le misure necessarie ad incoraggiare e sostenere i giovani che vogliono intraprendere questa attività, facilitandone l’accesso al credito e prevedendo incentivi fiscali e agevolazioni per chi assume manodopera.
