
Il colpo di scena è arrivato sabato sera, con la decisione del Gip di Taranto, Patrizia Todisco, di fermare la produzione all’Ilva e di allontanare Bruno Ferrante dal pool dei custodi a cui è affidata l’area a caldo del polo siderurgico. "Governo in campo contro Patrizia Todisco" scrive Repubblica. "Sui provvedimenti aleggia la possibilità di un ricorso alla Consulta. Lo stesso premier Monti, in vacanza in Svizzera, ha chiesto di verificare gli spazi legali per un’azione di questo tipo. Venerdì a Taranto piomberanno i ministri Passera e Clini che incontreranno il procuratore capo Franco Sebastio e le autorità. Passi che spiegano l’allarme rosso scattato intorno al destino dell’acciaieria, strategica per l’economia del paese. Ma finita sotto accusa per i veleni industriali che riversa su Taranto e che secondo pm e periti provocano malattia e morte nella città in cui ci si ammala di tumore più che da altre parti. I provvedimenti del Gip Todisco, però, assomigliano a una marcia funebre per l’Ilva che, colando a picco, si trascinerebbe dietro oltre undicimila posti di lavoro. La patata bollente rimbalza sui banchi del Governo che ora valuta le prossime mosse. Nell’ottica di un possibile ricorso alla Consulta si inquadra la sortita del ministro Paola Severino che acquisira’ i provvedimenti del gip. Sui venti di conflitto soffiano anche i partiti. ‘La politica industriale ú dice Angelino Alfano, leader del Pdl ú la fa il governo e non la magistratura’. ‘E’ indispensabile ú rincara Bersani ú che il governo faccia chiarezza sull’Ilva’. Contro il gip si scaglia Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. ‘Il protagonismo di certi magistrati di dubbia competenza – dice – fa piu’ male alla credibilita’ della magistratura di tanti suoi incalliti denigratori’. Sul piede di guerra anche i sindacati. ‘Non ci si rende conto che i problemi della salute e dell’ambiente si risolveranno se le produzioni rimarranno ‘ afferma Raffaele Bonanni, segretario della Cisl. La Cgil definisce disastrosa un’interruzione della produzione. ‘Con le ultime decisioni – dichiara il segretario confederale Elena Lattuada – si rischia di compromettere tutto quello che e’ stato fatto per salvare produzione e lavoro e al tempo stesso ambiente e salute’. Voci fuori dal coro Antonio Di Pietro e Angelo Bonelli. ‘La magistratura – sbotta l’esponente dell’Idv – non fa altro che applicare la legge, dentro e fuori le aziende’. I magistrati stanno facendo il loro dovere difendendo il diritto alla salute conclude il presidente dei Verdi".
Scrive LA STAMPA: "Il capo del governo ha telefonato ai ministri Passera, Severino e Clini. Non solo, ha anche verificato con l’ufficio legale di palazzo Chigi le possibili contromosse con cui ricacciare il fantasma della fine della siderurgia di Taranto. Un passo concreto arriva già dalla titolare del dicastero della Giustizia, Paola Severino: chiederà l’acquisizione dei due provvedimenti del gip Todisco. Una decisione nata ‘dalla necessità di una valutazione degli atti per quanto è di competenza del ministro della Giustizia’. Il responsabile dell’Ambiente Corrado Clini va giù ancora più duro e bolla la decisione del gip come una scelta ‘in aperto contrasto’ con i provvedimenti da lui presi. E aggiunge: ‘In base alle leggi nazionali ed europee chi decide sulla compatibilità ambientale di questi impianti e’ l’amministrazione, in questo caso il ministero dell’Ambiente, e non la magistratura. Mi auguro non si apra un conflitto’".
Scrive il Corsera: "Da anni il ministero della Salute segue l’andamento della mortalita’ per malattia nelle zone dove sono presenti i cosiddetti SIN, i siti di interesse nazionale per la bonifica. Quarantaquattro aree con grandi agglomerati industriali. C’è anche l’Ilva di Taranto, naturalmente. E i dati, aggiornati in un secondo tempo e che abbracciano il periodo 1995-2008, sono pesanti. Confermano il rischio di gravi danni alla salute per la popolazione, lavoratori e abitanti in generale. L’incidenza di tumori nei quartieri attorno al colosso della siderurgica è maggiore del 15% con un picco del 30% per il carcinoma al polmone. Lo studio completo, pubblicato sul sito di Epidemiologia e prevenzione, la rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia, verra’ presentato a settembre. Si chiama ‘Sentieri’ (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento). L’Istituto superiore di sanità, sulla base di quel testo, ha presentato una relazione al ministro Balduzzi. Tra l’altro si legge che ‘incrementi significativi della mortalità rispetto al resto della Puglia si verificano per tutte le cause e tutti i tumori. Fra questi mesoteliomi pleurici, neoplasie epatiche, polmonari, linfomi, demenze e malattie ischemiche del cuore’. Ancora si chiarisce che ‘i nessi causali con le esposizioni ambientali presenti nel sito sono contraddistinti da diversi livelli di persuasività scientifica’ specie per quanto riguarda tumori polmonari e malattie respiratorie acute e croniche. Nelle conclusioni il quadro di mortalità viene giudicato ‘molto critico’ sia per gli uomini sia per le donne. Nel rapporto relativo al sito di Taranto colpisce un’affermazione. Esistono elementi epidemiologici sufficienti per testimoniare l’esistenza ‘di un ambiente di vita insalubre’. Tra i suggerimenti dei ricercatori riguardo le attività da intraprendere ‘l’avvio di programmi di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica basati sul monitoraggio biologico umano’".
Il Corriere intervista il ministro della Salute Renato Balduzzi: "’Bisogna procedere con prudenza tenendo assieme piani di bonifica e di salvataggio dei posti di lavoro’, interviene. ‘Ripeto, non ci possono essere gerarchie. Occorre un bilanciamento delle due questioni. Non dimentichiamoci che i problemi occupazionali incidono sulle condizioni di salute. La perdita del lavoro ha conseguenze negative sull’organismo e puo’ costituire causa di malattia seria’. Che sta facendo il suo ministero?
‘Vogliamo capire di più sui risultati delle iniziative anti inquinamento messe in campo dall’Ilva. Sono efficaci? Sono servite e serviranno ad abbassare il rischio per la popolazione? E’ fondamentale saperlo prima di muoversi’. Che altro? ‘Entro il 15 ottobre ricevero’ i risultati di un’indagine di monitoraggio biologico condotta dalla Asl locale pugliese e dall’Istituto superiore di sanità. Verranno controllati i livelli di diossina e di metalli pesanti nel sangue o nelle urine degli allevatori del tarantino per valutare a quale grado di contaminazione sono esposti. Credo che questi due elementi, il calcolo dell’efficacia delle misure di bonifica adottate dall’Ilva e gli esami biologici, siano indispensabili per concertare un’azione seria. Non escludo che dopo aver acquisito queste informazioni venga istituita una task force permanente presso il ministero della Salute per rafforzare e coordinare gli interventi di tutela sanitaria a favore della popolazione colpita’".
Così il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera a La Stampa: "’Il governo – dice Passera – farà di tutto per evitare la chiusura dell’Ilva, per questo bisogna andare oltre la sterile contrapposizione tra istituzioni e magistratura’. Dunque, ‘nessuna contrapposizione’, ribadisce, ‘sbaglia, infatti, chi parlando di Ilva, contrappone lavoro e salute. Serve grande senso di responsabilita’ da parte di tutti per trovare una soluzione positiva a una vicenda che segnera’ il nostro Paese, in un modo o nell’altro’. Per il numero uno dello Sviluppo, infatti, ‘è assolutamente necessario evitare la chiusura e lo spegnimento degli impianti, cosa che causerebbe danni irreparabili sia dal punto di vista economico che occupazionale e sociale. Guai – riprende il titolare di via Veneto – se si spegnessero; tutto sarebbe inutile. Non potrebbero ripartire più e migliaia di persone rischierebbero di perdere il posto di lavoro definitivamente. Il costo sociale che si creerebbe sarebbe molto maggiore a quello che si vorrebbe evitare – e che è evitabile – seguendo la strada del risanamento ambientale, sia delle aziende coinvolte che dell’intera area urbana’. Per questa ragione, riprende il ministro, ‘è necessario un grande senso di responsabilità da parte di tutti. Risanamento ambientale – sottolinea Passera – produzione sostenibile e lavoro devono essere gli elementi portanti di una strategia unitaria che permetta all’azienda e ai suoi lavoratori di continuare a produrre’".