Sì del Senato al dl sulla spending review mentre il commissario straordinario per la spesa pubblica, Enrico Bondi, annuncia che a settembre arriverà il redde rationem con gli enti locali. Scrive IL SOLE 24 ORE: "Con 217 sì, 40 no e 4 astenuti l’Aula del Senato approva la fiducia al decreto legge sulla spending review che, con il maxiemendamento presentato lunedì sera dal Governo, ha imbarcato anche il Dl sulle dismissioni immobiliari e il taglio delle agenzie fiscali. Hanno votato a favore Pd, Udc, Terzo polo e Pdl, pur con qualche dissenso interno. Hanno detto no la Lega e l’Idv, mentre Coesione nazionale e Mpa non hanno partecipato al voto. Il provvedimento ora passa all’esame della Camera dove il Governo conta di ottenere un via libera in tempi strettissimi, forse già lunedì prossimo. ‘Questa spending ha un grande significato non è una manovra e non sono tagli lineari fatti in modo cieco’ ha detto il premier, Mario Monti, sottolineando lo straordinario lavoro ricognitivo fatto da Enrico Bondi. E dal commissario straordinario per la spesa pubblica ieri è arrivata la conferma che, da qui in avanti, si dischiudono possibilità di risparmio significative. ‘Sono convinto che il processo dei costi standard vada fortemente accelerato perchè è importantissimo disporne. Avremo dei frutti di questo lavoro a breve e a settembre ci sarà il redde rationem con dati più consistenti sulla spesa per beni e servizi’, ha spiegato Bondi in un’audizione alla commissione bicamerale sul federalismo fiscale. Bondi ha spiegato che ‘sui 60 miliardi di spesa censiti, l’eccesso di spesa si colloca tra il 25 e il 40%, anche se da qui a trarne conseguenze ce ne passa’.
Per raggiungere risultati importanti serve lo sforzo di tutti, ha detto, ma anche prudenza ‘perche’ il giocattolo non va mica rotto. Questo metodo – ha aggiunto – ha stimolato le Regioni, che erano inizialmente molto irritate, a fare un esame di coscienza’. Intanto si fa sempre piu’ concreto uno slittamento in avanti della cosiddetta fase tre della spending review. Annunciata in arrivo prima della pausa estiva dallo stesso premier nella notte di approvazione del decreto legge, la fase tre con il riordino degli incentivi alle imprese secondo il cosiddetto piano Giavazzi, l’ulteriore taglio di enti inutili e la razionalizzazione del finanziamento ai partiti e al sindacato tracciata nel piano Amato, sembra sempre più destinata all’esame di settembre.
Sul piano Giavazzi, in particolare, si è aperto un tavolo di confronto tra presidenza del Consiglio, l’economista-commissario e la Ragioneria generale dello Stato. L’obiettivo è quello di rivedersi a breve con una più ampia valutazione del "sistema Giavazzi" e la sua compatibilità con la riforma degli incentivi inserita nel decreto crescita che sarà approvato la prossima settimana.
Prima della pausa estiva il Governo, nella riunione del 10 agosto, sarebbe invece intenzionato a fare il punto su quanto e’ stato fatto fino ad oggi dal Salva-Italia alla riduzione della spesa e a definire una sorta di road map sull’attuazione delle riforme. Per la riunione del Consiglio dei ministri di venerdi’, infine, un ordine del giorno light: quote rosa nei Cda (che arriva in coincidenza con i tagli ai Cda disposti dalla spending review), modifica alla direttiva servizi (ex Bolkestein) e il recupero di dazi doganali".
Il quotidiano di via Monte Rosa riporta anche il parere di Confindustria sul dl approvato ieri a Palazzo Madama. "Il provvedimento sulla spending review e’ un primo passo per la razionalizzazione della spesa. Pero’ bisogna andare avanti: ‘Il generale contenimento dei costi ha prevalso sulla necessita’ di interventi di riorganizzazione delle Pubbliche amministrazioni, centrali e locali’, sottolinea il comunicato di Confindustria diffuso ieri pomeriggio, dopo la fiducia al Senato sul provvedimento, attribuendo la causa di questo risultato anche al poco tempo a disposizione che ha avuto il governo per agire. ‘Lascia perplessi il passo indietro sulle società in house’, dice Confindustria, insistendo che il ‘governo non rinunci all’obiettivo di aprire alla concorrenza e al mercato importanti settori economici, pure nei limiti tracciati dalla Corte Costituzionale’, e sottolinea come emblematico il caso della sanita’, ‘dove i risparmi di spesa peseranno ancora una volta prevalentemente sul settore produttivo privato, con ricadute negative sugli investimenti e sull’occupazione’. In ogni caso da viale dell’Astronomia si dà atto al governo di aver ‘cercato di intervenire con metodo sulla spesa pubblica, con l’obiettivo di razionalizzarla e di evitare ulteriori aumenti della pressione fiscale’. Ma, appunto, si tratta di un primo passo: a regime il processo di revisione della spesa dovra’ diventare continuativo e sistematico e soprattutto puntare alla riduzione del carico fiscale".
