D’Ambrosio scalda animi, Pdl chiama il Governo

La fine improvvisa di Loris D’Ambrosio, il consigliere giuridico del Quirinale finito al centro della polemica sulla trattativa Stato-mafia a causa delle sue telefonate con l’indagato Nicola Mancino intercettate dalla Procura di Palermo, ha rilanciato l’eterno tema della riforma delle intercettazioni. Sul quale anche il Csm ha avviato "una riflessione", come ha annunciato il vicepresidente Michele Vietti al Tg5.

Oggi a D’Ambrosio ha reso l’ultimo saluto una folla di autorità, guidata da un commosso e silente Giorgio Napolitano, e dal ministro della Giustizia Paola Severino, che ha ricordato l’impegno antimafioso del magistrato scomparso, già collaboratore di Giovanni Falcone, ed ha rivelato che presentò le dimissioni dopo la pubblicazione dei verbali delle telefonate, ma che Napolitano le rifiutò. La guardasigilli, prendendo la parola alle esequie, non ha parlato di temi specifici, naturalmente, ma ha invitato a una "seria meditazione sulla giustizia in Italia, sui danni che ad essa ed ai cittadini reca la cultura del sospetto".

Un segnale, proprio mentre il Pdl appare nuovamente deciso a costringere il Governo ad accelerare la riforma: "A proposito dei temi riguardanti la giustizia, ricordiamo – ha affermato Fabrizio Cicchitto – che su di essi si stabilì di procedere seguendo il principio del cosiddetto ‘trittico’: nello stesso lasso di tempo approvare il disegno di legge anticorruzione, quello sulle intercettazioni e al Senato quello sulla responsabilità civile dei giudici". Cicchitto ha ricordato che "nulla di nuovo ci è pervenuto da parte del Governo per quello che riguarda il disegno di legge sulle intercettazioni" e avverte l’Esecutivo: a settembre "riproporremo una proposta in materia".

"Sono ben altri i problemi del paese ed è su questi – ha commentato un allarmato Federico Palomba dell’Idv – che il Governo farebbe bene a concentrarsi, non su falsi problemi come quello delle intercettazioni". Mentre Roberto Natale, presidente del sindacato dei giornalisti, ha ammonito a non strumentalizzare il cordoglio per D’Ambrosio, che "non può giustificare la campagna che in queste ore sta nuovamente montando" sul tema. In ogni caso, per la Fnsi "non sono accettabili bavagli: né per un giornale, né per un’intera categoria".

Il Csm rifletterà sulla corretta applicazione delle norme sull’udienza-filtro, che dovrebbe selezionare gli ascolti pubblicabili: ma Michele Vietti non si è limitato a questo annuncio ed ha ironizzato sugli annunci del Pdl. "L’unica cosa che non manca in materia di intercettazioni – ha detto – sono le proposte di riforma. In realtà temo che quello che manca sia la volontà di passare dalle parole ai fatti". Una battuta che ha alimentato le repliche del Pdl. "Siamo d’accordo con Vietti: finora è mancata sistematicamente la volontà di passare dalle parole ai fatti, ma non certo da parte nostra", ha commentato Cicchitto. Più duro Maurizio Gasparri, che ha accusato il vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura di fare della "demagogia".