Mentre al Senato inizia oggi l’esame del decreto sulla spending review (l’obiettivo del governo è approvarlo in via definitiva alla Camera entro la fine di luglio), una settimana di impegni internazionali attende Mario Monti. Dopo il seminario dedicato alla crisi delle economie mondiali a cui ha partecipato ieri in Aix en Provence, il presidente del Consiglio sarà a Bruxelles dove oggi c’è la riunione dell’Eurogruppo (un’altra riunione è prevista il 20 luglio) e domani quella dell’Ecofin con all’ordine del giorno la regolamentazione dello scudo anti-spread e del fondo salva Stati per tradurre in decisioni pratiche il vertice del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno e dare stabilità ai paesi dell’Unione. Dopo la due giorni di meeting europei, Monti si recherà da giovedì a domenica negli Stati Uniti, a Sun Valley, nello Stato dell’Idaho, per partecipare alla Allen & Company Sun Valley Conference. Intanto ieri il premier ha colto l’occasione del seminario a cui partecipava per avere un incontro bilaterale con Pierre Moscovici, ministro francese dell’Economia. ‘Dobbiamo parlare subito, gia’ nell’ Eurogruppo, di unione bancaria e scudo anti-spread per aiutare chi, come l’Italia, ha un problema con la volatilita’ dei tassi’, ha dichiarato Moscovici alla fine del colloquio confermando la sintonia che caratterizza in questo periodo le politiche di Francia e Italia. Nel suo intervento al seminario, Monti ha battuto su un punto: ‘E’ curioso che l’Italia sia considerata dai colleghi del Nord come un paese debitore anche se non ha richiesto mai aiuti, e anzi abbiamo contribuito come gli altri, ovvero in proporzione alla grandezza, al sostegno di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna’.
‘Quando si parla di Esm (il fondo salva Stati), non si deve automaticamente pensare all’Italia. Siamo fortemente impegnati perchè l’Italia non finisca nei guai. Certo, ha un debito molto alto, ma al momento e’ anche uno dei paesi più vicini al pareggio di bilancio e siamo in strada per avere un avanzo strutturale nel 2013′, ha proseguito Monti. L’intervento del presidente del Consiglio ha affrontato molti nodi della politica Europea: ‘Serve una coesistenza armoniosa all’interno dell’area euro. Un’area con una situazione macroeconomica migliore delle altre, ma che a volte, a causa delle divergenze tra gli Stati membri, paradossalmente proietta all’esterno un’immagine che fa preoccupare, per esempio gli Stati Uniti, come si è visto durante l’ultimo vertice del G20 dove l’Europa e’ stata messa sul banco degli imputati’. L’intervento di Monti ha poi affrontato i rapporti con gli altri paesi europei: ‘L’Italia lavora con Francia e Germania ma sta anche cercando di contribuire a rafforzare il metodo comunitario, cercando ad esempio legami con Gran Bretagna e Polonia, perche’ ritengo sia meglio non isolarci troppo dagli altri Stati dell’Unione e non cercare di rafforzare la coesione europea solo a livello di Eurozona, come ritiene la Francia’. Monti ha poi bacchettato, con una dichiarazione davanti alle telecamere a latere del seminario, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che aveva partecipato a una iniziativa della Cgil con Susanna Camusso nella quale aveva definito ‘macelleria sociale’ il recente decreto sulla spending review: ‘Invito a considerare che dichiarazioni di questo tipo da parte di personalita’ istituzionali ritenute responsabili hanno effetti molto rilevanti nei mercati e quindi suggerirei di fare piu’ attenzione, non tanto nei riguardi del governo, che evidentemente non lo merita a giudicare da cio’ che viene detto, ma verso le imprese. E poi avevo capito che le forze produttive migliori desiderassero il contenimento del disavanzo pubblico e che obiettassero a manovre fatte in passato molto basate sull’aumento delle tasse, e che era ora di incidere su spesa pubblica e strutture dello Stato. Ma evidentemente avevo capito male’, ha concluso polemicamente il premier su questo argomento. Un passaggio del discorso di Monti al seminario di Aix en Provence ha fatto riferimento anche alla situazione politica interna: ‘Gli spread non scendono perche’ non c’e’ ancora piena credibilità nel mercato, nei meccanismi a supporto dell’Eurozona e, forse, nel caso dell’Italia c’è anche un po’ d’incertezza su quello che succederà nella governance dell’ economia o detto altrimenti nella politica italiana dopo le elezioni. Spero che l’Italia riesca a dimostrare presto con le riforme politico-istituzionali che il ritorno al normale processo elettorale sara’ pienamente compatibile con la continuita’ delle politiche che l’Europa sta apprezzando’. Gianfranco Fini, con una intervista al ‘Messaggero’ di ieri, ha rilanciato intanto la prospettiva di una grande coalizione anche per il dopo elezioni del 2013: una maggioranza che sarebbe composta dalle forze che già attualmente sostengono il governo Monti. Il presidente della Camera non si sbilancia sul nome del futuro presidente del Consiglio ma le quotazioni dell’attuale premier sono alte anche per la prossima legislatura.
