Non è stato ancora convocato ufficialmente il Consiglio dei ministri sulla spending review, anche se fonti di Palazzo Chigi ritengono possibile che la riunione possa svolgersi oggi alle 17 o al massimo domani. C’è stato intanto il via libera dell’Aula del Senato al primo decreto sulla spending review. Il testo, già approvato dalla Camera e non modificato a Palazzo Madama, diventa legge. I voti a favore sono stati 203, i contrari 9, gli astenuti 33. Il decreto prevede la nascita di un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica presieduto dal presidente del Consiglio e da un commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi della Pubblica amministrazione. L’attuale commissario Enrico Bondi avrà poteri ispettivi e resterà in carica un anno. Ieri, nel corso della conferenza stampa che ha tenuto insieme al cancelliere Angela Merkel al termine del vertice bilaterale a Villa Madama, Mario Monti ha fatto riferimento alla spending review parlando di ‘esercizio impegnativo’.
In vista del Consiglio dei ministri, si precisano i principali provvedimenti che verranno assunti: stretta sul numero di dirigenti e impiegati pubblici, accorpamento di uffici, tagli ai buoni pasto e alle auto blu nella Pubblica amministrazione.
Altri tagli consistenti sono previsti nel settore della sanita’, dove oltre al ridimensionamento della spesa farmaceutica si prevederebbe la chiusura dei piccoli ospedali piu’ costosi. Nella sanita’ gli interventi sarebbero pari a 5 miliardi di risparmio da raggiungere in tre anni: 1 nel 2012 e 2 in ciascuno degli anni successivi. Si incide sulla spesa farmaceutica e sui posti letto. ‘Nessuna chiusura automatica di ospedali verra’ imposta da Roma’, annuncia pero’ Renato Balduzzi, ministro della Sanità. Sul tavolo del Consiglio dei ministri dovrebbero giungere le misure messe a punto dai singoli ministeri, come chiesto dal premier Monti un mese fa, insieme al piano di tagli proposto da Bondi dal quale si attendono i 2-3 dei 5 miliardi di intervento minimo che il governo punta a realizzare gia’ per quest’anno. L’obiettivo principale dell’ esecutivo e’ evitare, grazie alle entrate della spending review, l’ aumento di due punti dell’Iva che scatterebbero il primo ottobre e trovare i fondi per finanziare gli interventi nelle zone terremotate e per affrontare il problema degli esodati.
Secondo alcune indiscrezioni, solo nel Consiglio dei ministri di oggi o domani si capira’ l’impatto dei provvedimenti previsti per ogni ministero che insieme potrebbero arrivare quest’anno a 8 miliardi di risparmio. Molti interventi peseranno sul settore impiegatizio e sui dirigenti pubblici.
Sindacati, associazioni di categoria e partiti attendono di conoscere nei dettagli il piano dei tagli. Pd e Pdl chiedono in particolare di essere piu’ coinvolti in modo da evitare eccessivi ridimensionamenti della spesa sociale. L’iter legislativo per varare la spending review impegnera’ le due Camere anche ad agosto. Il Cdm di oggi o domani scegliera’ tra le diverse misure, tranne su quelle che riguardano le Province che saranno esaminate solo in una fase successiva, forse con un decreto ad agosto.
Ricapitolando le misure che potrebbero essere varate, le spese sulle auto blu dovranno essere il 50% di quelle sostenute nel 2011. Taglio del 10% ai dipendenti pubblici e del 20% ai dirigenti. Si prevede la razionalizzazione degli spazi per gli uffici e i buoni pasto non potranno superare i 7 euro.
Le ferie non potranno essere monetizzate, gli uffici chiuderanno nella settimana di ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno. Sospensione dei concorsi per l’accesso nella prima fascia dirigenziale. In caso di revisione degli organici, i sindacati saranno solo informati mentre si provvedera’ al taglio del 10% sui permessi retribuiti sindacali. La razionalizzazione delle spese prevede pure l’abolizione di molte Province (ne resterebbero 61 rispetto alle 110 attuali). In sostituzione, arrivano le ‘citta’ metropolitane’. Nel settore giustizia, i tagli prevedono la chiusura di una trentina di tribunali, di 37 procure e di 220 sedi distaccate. Arrivano pure le ‘superprefetture’. Gli uffici territoriali dello Stato del Comune capoluogo di Regione assorbiranno le funzioni di tutte le amministrazioni periferiche che hanno sede nella stessa regione. Altri provvedimenti possibili: taglio di 200 milioni nell’universita’, semplificazione delle procedure di vendita degli alloggi del Ministero della difesa, sforbiciata da 8,9 milioni dei fondi per le missioni militari all’estero, meno 10% degli organici delle Forze armate.
