
E’ ‘boom’ di accessi ai Pronto Soccorso a causa del caldo, con ‘attese di ore’. Lo afferma il Codacons, che denuncia il ‘fallimento delle anagrafi della suscettibilità’, poichè ‘i medici di base non sono stati coinvolti’, e chiede monitor per ‘verificare i tempi di attesa’. Il caldo e l’afa di questi giorni hanno prodotto, afferma l’associazione dei consumatori, ‘esattamente come negli anni passati, un boom di chiamate al 118 ed un intasamento dei pronto soccorso in moltissime città italiane, anche in realtà felici, come Milano, dove si sperimentano le ‘Anagrafi della suscettibilita’ che dovrebbero censire le persone piú sensibili all’aumento delle temperature proprio per prevenire malori e corse negli ospedali, sperimentazione avvenuta in appena 25 città su 8.092 comuni italiani’. La mancanza di un ‘serio coinvolgimento dei medici di famiglia nei piani anticaldo, ha prodotto – denuncia il Codacons – lo scavalcamento della prima linea del Servizio Sanitario Nazionale. La conseguenza è stata un numero di accessi esagerato per persone che avrebbero potuto evitare il pronto soccorso se il sistema che sta a monte avesse funzionato’. Per il Codacons cio’ è la ‘conferma che l’accordo del 6 giugno in sede di Conferenza unificata sulla prevenzione degli effetti delle ondate di calore ha fallito. Fino a che nessuno metterà per iscritto – sottolinea l’associazione – che, in caso di passaggio dal livello 2 al livello 3 di allerta, i medici di base devono visitare i pazienti piú a rischio da loro stessi segnalati, anche se non chiamati, ad ogni ondata di calore ci ritroveremo con i Pronto Soccorso intasati’. Il Codacons evidenzia, infine, come nei pronto soccorso ‘troppo spesso il paziente sia lasciato per ore in attesa senza alcuna informazione’ e chiede, come avviene sperimentalmente in alcune realtà, che siano introdotti monitor sui quali far scorrere la situazione dei pazienti per monitorare i tempi di attesa.