G20, pressing sull’area euro: Agire subito

E’ stata la crisi dell’eurozona l’argomento principale nella prima giornata del G20 in corso a Los Cabos, in Messico. All’indomani del voto in Grecia, che ha visto prevalere il fronte conservatore favorevole alla moneta unica, il presidente Usa Barack Obama continua a far pressioni perche’ si agisca al più presto e la cancelliera tedesca Angela Merkel non fa sconti ad Atene: "Rispetti gli impegni". Racconta IL SOLE 24 ORE: "Il voto greco e la reazione negativa dei mercati finanziari rimbalzano al G-20 di Los Cabos, dove l’Europa lancia un segnale di disponibilità ad ammorbidire le condizioni del programma economico concordato con Atene, nonostante l’ennesima chiusura del cancelliere tedesco, Angela Merkel. La forte pressione degli altri Paesi del G-20 perchè l’Eurozona avvii rapidamente a soluzione la propria crisi ha provocato, proprio in apertura del vertice, una polemica fra i leader anglosassoni, in testa il presidente degli Usa, Barack Obama, che aveva parlato di ‘tempo di agire’, e le autorità europee, che hanno dichiarato di ‘non accettare lezioni’. In serata, pero’, dopo un incontro di Obama con la Merkel, la Casa Bianca ha fatto sapere che tra i due leader c’e’ un accordo su quello che deve essere fatto in Europa e nel mondo per stabilizzare la situazione e sostenere la crescita. In particolare, promuovendo la stabilita’ finanziaria e l’integrazione europea. La crisi dell’Eurozona viene comunque indicata, nel comunicato finale, come il principale rischio per l’economia mondiale, insieme, tra l’altro, alla disoccupazione alta e in aumento. Molto piu’ che anche nel recente passato, il G-20 mette l’accento sulla necessita’ di rilanciare la crescita globale. (à) L’urgenza del caso Grecia ha inevitabilmente occupato il centro della scena, come era avvenuto all’ultimo vertice, quello di novembre a Cannes. I leader hanno tirato un collettivo sospiro di sollievo per il risultato delle elezioni ad Atene, dove e’ emersa una maggioranza favorevole a mantenere l’accordo con l’Europa e il Fondo monetario, seppure rinegoziandolo. (à) Fonti tedesche spiegano peraltro che la situazione verra’ valutata nuovamente dopo il rapporto della missione della troika e che nell’affermazione del cancelliere c’e’ anche una motivazione tattica, di non offrire ad Atene condizioni meno severe ancor prima che si sia formato il Governo. Nel comunicato del G-20 vengono sottolineati il sostegno all’impegno e alla determinazione europea ‘a salvaguardare l’integrita’ dell’Eurozona e adottare tutte le azioni richieste per questo risultato’, oltre alla volonta’ di utilizzare ‘tutte le forme di finanziamento’ per ricapitalizzare le banche e migliorare le prospettive di crescita. (à)".

Un retroscena di Maurizio Molinari, inviato a Los Cabos dalla STAMPA, rivela il pressing sui leader europei anche da parte di altri membri del G20, soprattutto Cina e Regno Unito. "(à) L’unanime sollievo per la vittoria dei partiti pro-euro ad Atene lascia posto a un rinnovato pressing sugli europei sin dal primo incontro del mattino fra Barack Obama e il presidente messicano Felipe Calderon. (à) Poco dopo Obama incontra Angela Merkel per discutere durante 45 minuti di colloquio i dettagli del pacchetto di misure europee che saranno discusse al Consiglio Ue di fine mese – dall’accelerazione dell’unione fiscale alla promozione della crescita – e pone anche la questione di come aiutare la Grecia a riprendersi. Anche se la cancelliera tedesca e’ contraria a modificare gli accordi con Atene, la Casa Bianca la spinge a farlo. (à) Cio’ che spinge il presidente a immergersi a tal punto nei rapporti inter-Ue e’ il timore che l’Eurozona si rilassi dopo il voto greco, perdendo slancio nelle riforme. In parallelo con Obama si muove il leader cinese Hu Jintao, che vede anch’egli la Merkel e oggi incontrera’ il presidente francese François Hollande. (à) Il messaggio per la Merkel e’ schietto: l’asse privilegiato con Pechino potrebbe essere a rischio se l’austerity continuera’ a frenare i consumi dell’Europa. I leader di Brasile, Russia, India e Sudafrica che con la Cina compongono i Brics, leader delle economie emergenti – si muovono in sintonia, facendo sapere che non faranno mancare i contributi al pacchetto di 430 miliardi del Fmi per sostenere l’Europa, ma al contempo chiedono ‘la realizzazione degli impegni del 2010′ ovvero la riforma del medesimo Fmi destinata a dare piu’ influenza alle economie emergenti. Il pressing congiunto Usa-Brics sull’Eurozona trova un terzo pilastro nel premier britannico David Cameron, che chiede ai partner della moneta unica di ‘agire con decisione e chiarezza per combattere la perdurante crisi’ a cominciare dalla necessita’ di ‘passi coraggiosi verso l’unione fiscale e bancaria’. (à) Vista dagli alberghi assolati di Los Cabos, dove si succedono le riunioni fra i leader ai margini del summit del G20, l’Eurozona appare cinta d’assedio perche’ tutte le altre maggiori economie sono interessate a spingere l’unione monetaria verso l’integrazione fiscale. ‘E’ uno scenario insolito per noi europei essere messi sotto pressione per accelerare la nostra Unione – osserva un veterano dei summit del G20 – ma questo e’ cio’ che sta avvenendo’. (à) Terminata la cena di lavoro del summit, e’ il presidente Obama a incontrare informalmente i leader europei per rinnovare collegialmente il messaggio condiviso da Pechino e Londra: ‘Questo e’ il momento di crescere, bisogna aumentare la domanda e scongiurare la recessione’".