
Stiamo vivendo una crisi difficilissima, una situazione non paragonabile a quella del dopo guerra, perché non ci sono soluzioni immediatamente intuibili, non c’è una ricostruzione da attuare, ci sono solo rimedi incerti e non ancora esattamente individuati. Lo dichiara in una nota Giuseppe Maria Meloni, presidente di Clemenza e Dignità. Inoltre, in tale contesto, – prosegue – è ormai di facile percezione, il complessivo smarrimento dei grandi ideali ispiratori dell’Europa unita: non si discute più di fratellanza, di armonia e di solidarietà fra popoli, ma solo e costantemente di banche. Non si discute mai – rileva – delle esigenze delle popolazioni ma solo di esigenze degli Istituti di credito. Non si discute di crisi delle famiglie, ma solo di crisi dell’euro. Non si discute delle sofferenze della gente, ma solo di sofferenze delle borse, di crescita dello spread. Il bene comune – sottolinea – non è soltanto la salvezza degli Stati e delle banche, ma anche quella dei cittadini. L’Europa unita, così come la moneta unica, sono state grandi illuminazioni, ma allo stesso tempo è di solare evidenza che avanzare un approccio prevalentemente finanziario su ogni questione, indebolisce le basi stesse dello stare assieme, essendo queste composite anche di materiale fatto di umanità e di spiritualità, così come nelle idee di Robert Schuman. Conseguenze non meno rilevanti, – aggiunge – può avere poi lo stesso approccio, sull’effettiva risoluzione dei problemi generati da questa grave crisi. Difatti, – spiega – un approccio prevalentemente finanziario, può distogliere l’attenzione dai problemi di economia reale dei paesi membri. Un approccio prevalentemente finanziario, – conclude – può risultare ininfluente nella concreta risoluzione degli effettivi problemi economici dei paesi, poiché tra l’altro non appare essere più sufficientemente solida, la relazione tra mondo bancario, da tempo ormai concentrato principalmente su aspetti finanziari, e mondo dell’imprenditoria, del lavoro e delle famiglie.