
"Credo sia giunto il momento di aprire una riflessione politica nel Paese, per affrontare la questione della ‘presunta trattativa’ Stato-mafia in modo laico, cioè senza pregiudiziali ideologiche e senza fare processi in piazza. La democrazia ha bisogno di trasparenza e di chiarezza". Lo afferma Vincenzo Scotti, ministro dell’Interno tra il 1990 e il 1992, in un’intervista al Corriere.
"Io credo che la politica debba evitare soprattutto che negli elettori, nei cittadini, cresca la sfiducia, che si alimenti l’idea di una Patria dei misteri e questo, a proposito della presunta trattativa, si può ottenere chiarendo, già davanti alla Commissione antimafia, che cosa realmente accadde e perchè. Tutti i presidenti del Consiglio, i ministri dell’Interno e della Giustizia, tutti i capi delle forze dell’ordine e i responsabili della magistratura dell’epoca, diciamo tra il ’90 e il ’97 – conclude Scotti – potrebbero certamente contribuire a fare chiarezza".