G20: Al via i lavori, leader chiamati a ristabilire fiducia

Con la crisi dell`Eurozona lontana dall`essere risolta, l`incertezza all`indomani del voto in Grecia – quello sperato da chi scommette su un`Eurozona unita, ma la via per una possibile soluzione dei problemi del Paese è appena all`inizio – e la ripresa globale minacciata dalle sorti del Vecchio Continente, i riflettori si accendono sul summit del G20 di Los Cabos, in Messico.

Cosa succederà oggi e domani? Pochi scommettono sul fatto che sarà trovata una ricetta finale per risolvere la crisi, ma alla vigilia del vertice quello che si dice è che questo sarà il summit della fiducia. Il compito dei leader, per l`Italia il presidente del Consiglio Mario Monti, arrivato nella serata messicana (poco prima dell`alba italiana), sarà soprattutto calmare gli investitori e i mercati, un obiettivo psicologico ma di fondamentale importanza in un momento estremamente difficile.

"Tutti sanno che il summit arriva in un frangente critico, aspettiamo che l`Europa ci dica cosa intende fare. I mercati sanno gestire e limitare i rischi di cui sono a conoscenza, quello che spaventa è l`incertezza", ha detto il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick in vista dell`inizio dei lavori. Da un punto di vista più concreto, le forze politiche globali si aspettano risposte: "gli europei devono dimostrare che potenza di fuoco hanno a disposizione", ha detto Angel Gurria, segretario generale dell`Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Tuttavia, mentre nei giorni scorsi il voto in Grecia pesava come un macigno sulle prospettive dell`Eurozona e, di conseguenza, del summit del G20, dopo il voto a prevalere è un più cauto ottimismo, che arriva anche dalle economie emergenti, come la Cina. Pechino, ha detto il vice ministro delle Finanze Min Zhu Guangyao, "ha fiducia in Eurozona solida e prospera" e "ritiene che l`Unione Europea abbia la capacità e il potere di superare la crisi del debito" perché "un`Eurozona forte e unificata è un bene per l`Europa, per la Cina e per l`intera economia globale".

Inevitabilmente, la crisi dell`Eurozona sarà al centro delle discussioni della due giorni di incontri. Ma si parlerà anche di altro, per esempio dell`escalation di violenza in Siria e del programma nucleare iraniano. Obama, ha detto il vice consigliere per la sicurezza nazionale Ben Rhodes, a margine dei lavori ha in programma bilaterali con il presidente russo Vladimir Putin (oggi, per discutere di Siria e Iran) e il suo omologo cinese Hu Jintao (domani, per parlare di Corea del Nord), al termine del quale terrà una conferenza stampa di commento ai lavori del summit.

Con Putin la strada è tutt`altro che in discesa: "Chiaramente ci sono ancora punti di disaccordo sulla Siria, ma ci sarà una buona occasione per i due presidenti di incontrarsi e discutere", ha detto ieri il portavoce del dipartimento di Stato Victoria Nuland, ribadendo che gli Stati Uniti parlano della "direzione generale" verso cui vorrebbero vedere andare la Siria, "di principi generali che il segretario di Stato (Hillary Clinton) ha delineato per una transione" e di come "mettere in atto in tutti i suoi aspetti il piano delineato da Kofi Annan".