Il gettito è sotto le stime per 3,4 miliardi. Il dato è reso pubblico assieme alle parole di Mario Monti e della Corte dei Conti che promettono, ovvero indicano, la strada della lotta all’evasione per risanare le finanze. Ma l’aumento dell’Iva si fa più vicino. La notizia data dal SOLE 24 ORE. "Le entrate tributarie dei primi quattro mesi dell’anno risultano inferiori del 2,9% (-3,477 miliardi) rispetto alle previsioni contenute nel Def. Lo rileva il rapporto della Ragioneria generale dello Stato e del Dipartimento delle Finanze. La crisi ha pesato sui conti: pesa soprattutto l’Iva in caduta del 9,6% come conseguenza della recessione. Il Tesoro avverte: i dati non sono indicativi dello scarto a fine 2012. Sul fronte dell’evasione, intanto, il premier Mario Monti promette interventi sempre più incisivi: ‘Siamo stati criticati per essere stati troppo duri sul fronte dell’evasione, ma saremo ancora più duri in futuro’".
"E della ‘piaga pesante’ dell’evasione fiscale – ricorda il CORRIERE DELLA SERA – ha parlato anche la Corte dei Conti ieri nel Rapporto sul coordinamento della Finanza pubblica: tra 2007 e 2009 si e’ registrato un tasso di evasione al 29,3% nel caso dell’Iva e al 19,4% per l’Irap, con un vuoto di gettito complessivo di 138 miliardi. Dito puntato anche contro la corruzione nella sanita’ anche se percorsi di rientro ‘sono stati positivamente sperimentati in questi anni, seppur non senza contraddizioni e criticita’. Il dato positivo e’ il calo della spesa nel 2011: ‘Le uscite complessive hanno raggiunto i 112 miliardi, inferiori di oltre 2,9 miliardi al dato previsto per l’anno’. La spesa sanitaria riduce cosi’ la sua incidenza in termini di Pil, che passa dal 7,3% del 2010 al 7,1% del 2011. ‘Un risultato ú si legge nel Rapporto ú frutto, soprattutto della riduzione dei costi registrata in alcune Regioni in piano di rientro’. Per una crescita piu’ elevata e’ necessario ridurre il debito, dismettendo quote importanti del patrimonio pubblico, e’ l’analisi della magistratura contabile, ma evitando il ‘rischio di svendite’.
Come anche sarebbe auspicabile che si portassero a termine i programmi finanziati con i fondi europei. Un’analisi condotta dalla Corte dei Conti fa emergere come proprio le Regioni che piu’ avrebbero bisogno di aiuto, non concludono i percorsi necessari. I problemi sono le ‘modifiche consistenti della programmazione iniziale, a cui si aggiunge una diffusa difficolta’ di portare avanti la strategia programmatoria originaria, resa evidente dalla percentuale di iniziative non concluse e/o non operative e di progetti sospesi per procedimenti giudiziari’. Per quanto riguarda le infrastrutture, il presidente della Corte, Luigi Giampaolino, segnala ‘la grande difficolta’ nazionale di razionalizzare la durata delle opere pubbliche, che spesso non riescono a concludersi nel ciclo decennale di programmazione europea’ dando luogo al fenomeno delle ‘cattedrali nel deserto’".
In un retroscena LA STAMPA spiega che "Al Tesoro e a Palazzo Chigi le ultime notizie sull’andamento delle entrate vengono commentate con un’alzata di spalle. E’ vero, i numeri non sono buoni, il gettito da scommesse e dell’Iva risente del calo dei consumi; che la crisi abbia delle conseguenze sull’andamento del gettito tributario non e’ una novita’. ‘La differenza tra le entrate nei primi quattro mesi dell’anno e le stime del governo fornisce solo indicazioni di massima’, dice una nota di via XX Settembre. Anzi, per certi versi le cose vanno meglio di un mese fa: a marzo l’andamento complessivo del gettito era peggiore di circa mezzo miliardo di euro. Una cosa e’ certa: a queste condizioni il mantra ‘rigore e crescita insieme’ e’ sempre piu’ difficile da pronunciare. La crisi non accenna a dare segnali di tregua, l’Europa tarda a prendere quelle decisioni che potrebbero allentare la stretta del rigore, il terremoto in Emilia, se possibile, ha peggiorato il quadro. Per fare valutazioni piu’ approfondite sul ‘cosa fare’ Tesoro e Ragioneria attendono la fine del mese, quando si potra’ fare un bilancio del gettito della prima rata dell’Imu e delle dichiarazioni dei redditi.
‘Ma e’ chiaro che gli spazi per stimolare la ripresa dell’economia si restringono sempre di piu’, ragiona una fonte governativa. Diceva ieri Giarda ad un convegno: ‘Mi auguro sia possibile ridurre la pressione fiscale eppure le condizioni in cui viviamo presentano una difficolta’ maggiore di quella ipotizzata ‘. Il ministro non l’ha detto chiaramente,ma alla platea era chiarissimo che stava pensando all’aumento dell’Iva gia’ previsto dalle precedenti manovre.
Per evitare l’aumento dell’imposta di due punti per ciascuna delle due aliquote piu’ alte (dal 10 al 12% e dal 21 al 23%) occorre trovare quattro miliardi entro fine ottobre, altri nove per il primo gennaio. Una cifra enorme. Le strade possibili per evitare quell amannaia oggi sono due. La prima e’ un rafforzamento della lotta all’evasione: ‘Saremo anche piu’ duri del passato, stiamo mettendo in sicurezza un Paese disastrato’, dice Monti. L’altra e’ un taglio netto e mirato delle spese, la ‘spending review’. Da Istanbul il vice al Tesoro Vittorio Grilli dice chiaramente che superare la resistenza dei ministri e’ dura: ‘Vorrei averla gia’ completata. Se avessi potuto fare la riduzione del settore pubblico, i tagli di spesa, avrei gia’ uno Stato piu’ piccolo e piu’ efficiente, che assorba meno risorse e quindi potrei ridare queste risorse agli italiani. Adesso siamo nel mezzo, prima si fa meglio e’. Il commissario Enrico Bondi vuole partire dalla sanita’ e da un rafforzamento della Consip, la societa’ pubblica per gli acquisti centralizzati. Ma i tempi si allungano: il governo conta di varare il primo pacchetto di tagli solo a fine giugno. L’obiettivo minimo e’ 4,2 miliardi, gran parte dei quali serviranno a coprire i costi per la ricostruzione dei paesi emiliani colpiti dal terremoto. In breve, se anche il governo riuscira’ a ottenere tagli importanti, gli spazi per evitare l’aumento dell’Iva sono ormai minimi. In queste condizioni e’ difficile anche finanziare con le maggiori entrate e i risparmi di spesa qualche stimolo all’economia, la ricetta suggerita dagli esperti del Fondo monetario internazionale durante la missione in Italia. Ne sa qualcosa Passera, il cui decreto Sviluppo, in gestazione da settimane, e’ stato smontato pezzo per pezzo dai tecnici del Tesoro perche’ troppo costoso. Per finanziare le misure piu’ onerose si ricorrera’ soprattutto alla nota tecnica del ‘raschiamento del barile’, attingendo a fondi rimasti per qualche motivo inutilizzati in questo o quel ministero. La speranza alla quale si attaccano Monti e i suoi ministri sono il vertice europeo di fine mese e Angela Merkel. L’unica strada per evitare una spirale di tagli e recessione e’ un allentamento dei vincoli ai quali noi stessi, firmando il fiscal compact, ci siamo legati".
