Casini chiude con Rutelli, che replica: Terzo Polo è vivo

Si infiammano gli animi nel Terzo Polo. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, spiega LA REPUBBLICA, "ha chiuso del tutto i canali con Rutelli. Gli uomini di Fli partono alla carica del leader Udc dopo lo strappo unilaterale. Gianfranco Fini dice di non fidarsi a questo punto di compagno di viaggio e di voler tenere in vita Fli. Tutto questo accade ancor prima dei ballottaggi, dai quali d’altronde la coalizione e’ stata tagliata fuori". Dal canto suo Rutelli, in un’intervista a LA STAMPA spiega: il Terzo Polo non e’ morto, anzi serve piu’ di prima. "All’indomani del turbolento faccia a faccia tra i due leader del ‘fu’ Terzo polo – spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro – si delineano nuovi scenari. Che saranno molto piu’ definiti quando sara’ chiaro se e in che modo verra’ riformata la legge elettorale. I centristi vanno per la loro strada, i finiani pure, i rutelliani sembrano destinati a restare fuori da tutto. I partiti resteranno in vita ma si chiameranno in altro modo, l’Udc diventera’ il Partito della nazione forse gia’ nelle prossime settimane. Anche Fli continuera’ a esistere e prepara la sua conferenza programmatica a giugno. ‘Io Gianfranco lo voglio salvare, gli dobbiamo riconoscenza. Senza di lui Berlusconi sarebbe ancora a Palazzo Chigi. Ma i suoi sono un’altra cosa, soprattutto se usano certi toni’ confida in privato il leader Udc. ‘A me interessa il rapporto personale con Fini: non e’ che mi sveglio pensando a Granata e mi addormento pensando a Briguglio’ dice un sarcastico Casini, commentando a Montecitorio quanto sta accadendo. Di Rutelli invece, raccontano i suoi, non vuol piu’ saperne. Quando lunedi’ ha ricevuto un sms dall’ex sindaco di Roma che reclamava un vertice sui risultati elettorali, il capo centrista è sbottato: ‘Perchè dovremmo fare un incontro con lui?’. Costituisce un ‘problema’, alla luce delle ultime vicende. Il cammino con lui, dunque, si chiude qui".

Di tutt’altro avviso l’ex sindaco di Roma, che in un’intervista alla STAMPA spiega: "del Terzo Polo c’è bisogno oggi più di ieri. Perchè il Primo è esploso e il Secondo vede il Pd assediato dalle forze massimalistiche: una coalizione che non riuscirà mai a governare nei tempi durissimi della crisi. Solo un baricentro politico e di idee che raccolga almeno il 15 per cento dei voti potrà consentire di formare una coalizione larga, che prenda anche nei prossimi anni le decisioni capaci di evitare l’abisso per il paese’. ‘Per sfondare bisogna almeno presentarsi alle elezioni. Non si può prima evitare di presentare il Terzo Polo e poi osservare che e’ andato maluccio. Intanto, dove si e’ presentato, in formazione civica e unitaria, e’ andato bene (vedi Genova con Musso).
Poi, i voti sono arrivati comunque. I dati dicono che l’aggregato di Udc, Fli, Api, Mpa e liste unitarie ha raccolto piu’ del 16 per cento dei voti. Anche la piu’ giovane Api ha raccolto in media il 3,4 per cento, ed eletto molti giovani e nuove personalita’. Nel mezzo del discredito della politica, non e’ affatto male (à)’".

Piu’ netto il giudizio del GIORNALE, che parla di "svolta" del leader Udc e spiega: "Stufo di giocare ‘al Terzo polo’, visti gli scarsi risultati alle amministrative, Pier Ferdinando Casini si guarda intorno e scopre che nel Pdl ci sono ‘forze responsabili’. Il leader Udc ha capito che insieme con il Fli di Gianfranco Fini e l’Api di Francesco Rutelli non arriva da nessuna parte e ha preferito uccidere lui il bimbo nella culla per non farlo soffrire troppo. E dunque si guarda intorno, tendendo la mano a chi nel Pdl e’ disposto ad allungare la sua. ‘Sono convinto che ci sono forze responsabili all’interno del Pdl che hanno fatto prevalere l’appoggio a Monti e che non sono assolutamente intenzionate a portare l’Italia sul baratro – dice Casini – Non e’ il momento dei giochini e delle vecchie polemiche ma quello di guardare avanti con responsabilita’. (à) Casini vede profilarsi la possibilita’ di un’aggregazione di moderati anche con il Pdl che potrebbe pure attrarre nella propria orbita Beppe Pisanu e Lamberto Dini che hanno da poco lanciato un’iniziativa in questo senso. E certo se i moderati si aggregano Casini vuol starci dentro. Con o senza Fini e Rutelli. Le acque in casa Fli e Api sono infatti piuttosto agitate. Con il presidente della Camera quello che conta ‘e’ il rapporto personale, verso il quale ho grande rispetto. Poi non e’ che mi sveglio pensando a Granata e mi addormento pensando a Briguglio’, dice il leader Udc evidentemente stanco delle tante punzecchiature lanciategli dai finiani come quella di Carmelo Briguglio: ‘Casini senza Fini non ce la fa’".