Governo, ora il rischio è lo stallo

Dopo l’esito del primo turno delle amministrative, secondo Francesco Verderami si allontana lo spetto delle elezioni politiche anticipate ma l’esecutivo targato Mario Monti rischia una fase di stallo. Scrive sul CORRIERE DELLA SERA: "Il governo non rischia la crisi ma lo stallo, rischia cioe’ di rimaner vittima delle spinte contrapposte che gia’ si manifestano nella ‘strana maggioranza’. Perchè se è vero che il voto di ieri ha fatto tramontare l’ipotesi delle elezioni anticipate, è altrettanto vero che da oggi Monti sarà chiamato a un compito difficile: gestire da una parte il Pdl, che resta partito di maggioranza relativa in Parlamento, e dall’altro il Pd, che è diventato azionista politico di maggioranza nel Paese. Alfano e Bersani gia’ strattonano il Professore, e se il primo – dinnanzi alla sconfitta – avvisa il premier che il suo partito ‘non appoggerà provvedimenti invotabili’, il secondo – capitalizzando il risultato – esorta l’esecutivo ‘d’ora in poi ad ascoltarci di più. In mezzo c’e’ Casini – con la foto dei vertici di Abc ormai ingiallita – che sapendo di esser rimasto senza alcun dividendo, per bocca di Cesa spinge Monti a ‘passare alla fase due, o sara’ un massacro’.
Doveva essere solo un voto amministrativo, si e’ trasformato – per dirla con Follini – in un ‘reset’. (à) Non c’e’ dubbio che sia il Pdl la vittima del giro elettorale, con Alfano costretto a intestarsi il ruolo di curatore fallimentare di un partito che paga la fine del governo Berlusconi prima ancora dell’appoggio ai provvedimenti del governo Monti. E per quanto il Cavaliere disapprovi, senza citarlo, l’ammissione della sconfitta fatta dal segretario, sara’ assai difficile che un eventuale ritorno sulla scena dell’ex premier possa avere una funzione salvifica: non c’e’ spazio per nuovi predellini, ed e’ il primo a esserne consapevole.
La verita’ – rivelata senza mezzi termini da Ferrara – e’ che ‘Berlusconi non sa cosa fare’. Resta il mantra dell’unita’ dei moderati’, progetto complicato e che non potra’ intestarsi, pena il fallimento. Certo, e’ l’unica strada che rimane al Pdl. Ma non solo al Pdl. Anche Casini non ha molte altre opzioni. Il Terzo polo si e’ rivelato infatti un’operazione di Palazzo, e il capo dei centristi rischia ora l’irrilevanza politica, perche’ – come a suo tempo fece il Cavaliere nel 2008 – sconta l’errore di non aver lavorato all’unificazione dell’area moderata dopo la crisi del governo Berlusconi. Utilizzando l’appoggio a Monti come un cavallo di Troia, il leader dell’Udc confidava di fare un’opa sul Pdl.
Le difficolta’ del gabinetto tecnico, e alcuni errori del Professore, non l’hanno pero’ aiutato nel progetto. (à) Il voto di ieri, che sembra aver rimesso tutto in movimento nel Paese, paradossalmente ha prodotto nel Palazzo l’effetto inverso, inducendo i partiti a fermarsi per studiare ognuno la propria strategia, prima di lanciarsi nella volata verso le elezioni politiche. E’ come un surplace. Che per Monti rischia di trasformarsi in uno stallo lungo un anno, con il pericolo di un incidente sempre dietro l’angolo. Perche’, come dice Bersani, ‘non per colpa nostra, ma la maionese puo’ sempre impazzire’".

A Monti il presidente dei democrat, Rosy Bindi, chiede di cambiare passo. "’Noi vogliamo che Monti arrivi al 2013, ma ci deve ascoltare – dice al CORRIERE DELLA SERA -. Le misure del governo toccano la carne delle persone. Non ci ritrarremo dalle nostre responsabilita’, ma Europa e governo italiano devono cambiare passo, perche’ da questa crisi non si esce solo tagliando lo stato sociale’. Con la fine dell’asse tra Merkel e Sarkozy pensa che Monti avra’ piu’ margine di manovra? ‘Si’, ora Monti ha tutta la possibilita’ di far cambiare linea all’Europa. Per guarire, il malato deve restare in vita. Le politiche di solo rigore non bastano, ci deve essere la crescita e maggiore equita’.
Sono stati chiesti sacrifici enormi ai piu’ deboli, e’ l’ora di fare la voce forte con i forti’. Come Hollande pensa anche lei a una vera patrimoniale? ‘Molte cose le potremo fare quando vinceremo le elezioni, ma gia’ da adesso il governo puo’ prenderla in considerazione. Una correzione di rotta e’ indispensabile’. Il Pdl e’ crollato, ma non c’e’ un exploit del Pd. ‘Io temevo che gli italiani fossero piu’ arrabbiati col medico Monti che ha prescritto la medicina amara e con noi che l’abbiamo somministrata. Invece no, non si sono dimenticati che gli untori all’origine dell’infezione sono stati il Pdl e la Lega. E’ vero che non c’e’ stato uno spostamento significativo dell’elettorato del Pdl verso di noi, ma il Pd ha una tenuta assolutamente dignitosa’. (à) Vi tocchera’ fare i conti con Grillo, prima o poi. ‘Chi prende i voti in nome di progetti irrealizzabili, come uscire dall’euro e far fallire le banche, non puo’ essere forza di governo’. L’accordo con Vendola e Di Pietro basta a conquistare Palazzo Chigi? ‘L’alleanza di centrosinistra classica si afferma praticamente ovunque e si conferma il progetto di nuovo Ulivo piu’ allargamento al Terzo Polo, in particolare all’Udc’".

Oggi il premier incontrera’ il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.
IL SOLE 24 ORE anticipa i temi della riunione: "Si presentera’ con tre dossier Mario Monti nell’incontro a Palazzo Chigi con il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Due piu’ strutturali e gia’ noti – la revisione del bilancio Ue 2013-2018 piu’ orientato alla crescita e il rafforzamento del mercato unico europeo – l’altro con temi piu’ puntuali e piu’ nuovi, nel senso che su questi a breve ci potrebbero essere sostanziali passi in avanti. Di cosa si tratta? Di un regolamento europeo sui venture capital per attrarre capitali privati per investimenti; di una proposta fattuale sui project bond e di uno studio operativo sulla regola aurea, cioe’ su come contabilizzare in modo diverso la spesa per investimenti. Su quest’ultimo punto la novita’ e’ che per la prima volta la Commissione Ue dovrebbe condurre uno studio operativo per mettere – nero su bianco – come potrebbe funzionare la golden rule e con quale impatto sull’Europa. Insomma, se finora e’ stato un tema di dibattito, adesso si dovrebbe arrivare a una prima traduzione su carta e quindi assumere aspetti piu’ concreti. Su questo punto ci sono stati gia’ scambi tra il Governo italiano e Angela Merkel che non ha chiuso la strada cosi’ come sui tre dossier, sempre il ministro per gli Affari Ue, Enzo Moavero, ha preparato la strada incontrando ieri a Bruxelles lo stesso commissario Rehn, con Michel Barneir (commissario per il mercato interno e i servizi) e con Janusz Lewandowski (programmazione finanziaria e bilancio)".