Prima dei mondiali di calcio del 1978, la Conferenza Episcopale Argentina informa il Vaticano di quanto stava accadendo nel paese: della repressione, degli omicidi e del fenomeno dei desparecidos. Secondo quanto scrive sul quotidiano Pagina 12 Horacio Verbitsky un "documento segreto" dei vescovi argentini fu inviato a Paolo VI.
Nel documento, risalente all’aprile del 1978, si riferisce degli incontri tra i vescovi Raul Primatesta, Juan carlos Aramburu e Vicente Zazpe con il dittatore Jorge Videla. Nei colloqui, che secondo i religiosi si svolsero in un clima "di cordialità e sincerità", fu apertamente sollevato il problema dei desparecidos e i vescovi chiesero anche, in caso di morte, dove questi fossero "sepolti". A molte risposte il governo, dicevano i vescovi, non potette dare "una risposta soddisfacente" anche se il vescovo Primatesta ribadì che "la Chiesa vuole comprendere e cooperare" con lo stato. Lo stesso Videla disse in varie occasioni di aver avuto "una relazione eccellente, molto cordiale, sincera e aperta" con la Chiesa Cattolica.
Durante gli anni della dittatura, le forze armate fecero sparire un numero imprecisato di persone. Le stime vanno dalle 7.000-8.000 riconosciute dallo stesso Videla alle quasi 30.000 denunciate da vari associazioni umanitarie.
