Cei: Per cattolici comportamento privato ha rilievo pubblico

Il "fedele cattolico" è chiamato a "operare in difesa della persona umana, attraverso un fattivo impegno personale, sociale e politico. Questo potrà attuarsi secondo varie forme. Il primo grado consiste nella coerenza della vita personale, che già in quanto privata ha un indiscutibile rilievo pubblico: pensiamo alle conseguenze sociali della vicenda familiare, del lavoro, delle relazioni interpersonali nei differenti contesti in cui possono essere condotte". Lo ha detto mons. Mariano Crociata, segretario della Conferenza episcopale italiana, intervenuto stamane a Sorrento ad un convegno organizzato dal Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta e dedicato al tema ‘Cattolici e società: etica pubblica ed etica privata’.

Il presule al riguardo ha formulato una doppia critica: "Molti sostenitori della correttezza nei comportamenti pubblici, come gli unici a contare indipendentemente da quelli privati, tacciano di moralismo chi si appella alla coerenza personale; d’altra parte, tanti fautori della necessità dell’etica nell’agire anche privato degli attori pubblici non ritengono di doversi curare più di tanto di principi che invece sono da considerare essenziali per la vita della collettività".

Per il cattolico, ad ogni modo, il proprio impegno implica la "libera iniziativa associata nell’ambito del lavoro, della solidarietà, del tempo libero". Infine, "il credente si sa chiamato a impegnarsi anche nella rappresentanza o militanza politica, ma ancor prima in una partecipazione informata e attenta al dibattito pubblico", poiché "l’esperienza ecclesiale non può prescindere dallo spendersi per la costruzione di una società più giusta e a misura d’uomo".