Lavoro: Ocse, in Italia cuneo fiscale sale al 47,6% in 2011 dal 47,2%

Nuovo aumento in Italia del peso del fisco sui salari, che restano inferiori alla media dei Paesi industrializzati. Il mix di tassazione tra le più elevate e retribuzioni a fondo classifica emerge da un rapporto Ocse che evidenzia un incremento al 47,6% nel 2011 (dal 47,2% del 2010) del ‘cuneo fiscale’, ovvero la differenza tra salario netto medio di un lavoratore single e costo del lavoro per effetto di tasse e contributi sociali. L’aumento, dovuto a una maggiore imposizione sul reddito lo scorso anno, pone l’Italia al sesto posto della poco invidiabile classifica sulla pressione fiscale sul lavoro nell’Ocse, dove la media si posiziona al 35,3% e anche al di sopra della media europea (41,5%). L’Italia è invece 22esima sui 34 Paesi industrializzati per la retribuzione netta, stimata a 25.159 dollari (a parità di potere d’acquisto) l’anno contro i 27.111 della media Ocse e i 25.990 della media europea. Per retribuzione lorda (tassa sui redditi più contributi a carico del dipendente), l’Italia è 20esima con 36.360 dollari contro 36.396 media Ocse. Per costo totale del lavoro è invece sedicesima con 48.025 dollari, includendo i contributi a carico del datore di lavoro, pari a oltre la metà del ‘cuneo’ (24,3%), livello tra i più alti dell’Ocse. Non solo, la mano del fisco italiano è diventata ancora più pesante con le famiglie, per le minori detrazioni e/o agevolazioni applicate in Italia rispetto ad altri Paesi. I nuclei familiari sono così alle prese con un ‘cuneo’ del 38,6% nel 2011 (+ 0,8 punti sul 2010), nettamente superiore alla media Ocse (25,4%) ed europea (30,3%). La Penisola si trova così al terzo posto tra i Paesi industrializzati per l’incidenza della tassazione sui nuclei familiari monoreddito e addirittura al secondo posto se i redditi sono due. In assoluto, i lavoratori più tartassati dell’area Ocse sono i belgi (55,5%), davanti ai tedeschi (49,8%), a ungheresi e francesi (49,4%) e agli austriaci (48,4%). Il ‘cuneo’ più ristretto è in Cile (7%). Nel 2011 il ‘tax wedge’ è aumentato in 26 Paesi Ocse, generalmente per l’incremento delle tasse sul reddito ed è calato solo in 7. I salari netti più alti sono appannaggio della Svizzera (43.400 dollari), seguita da Regno Unito (39.000), Lussemburgo e Corea, mentre le buste-paga più leggere si trovano in Messico (10.344 dollari). Da segnalare il tonfo dei salari in Grecia, calati nel 2011 del 25,3% reale a 15.729 euro. Per l’Italia, in valuta nazionale, il salario lordo risulta di 29.030 euro, con un aumento reale dello 0,2% al netto dell’inflazione (2,7%). Il maggiore incremento reale dei salari è del Cile (+3,6%), davanti alla Polonia (+2,7%). La Germania, peraltro prima per costo del lavoro con 65.788 dollari, fa segnare un +1% dei salari reali in valuta nazionale (43.855 euro). Scomponendo i vari fattori che concorrono al costo del lavoro (i 48.025 dollari medi), l’Ocse calcola che nel caso dell’Italia la tassazione sul reddito contribuisca al cuneo fiscale con il 16,1%, i contributi sociali a carico del dipendente con il 7,2%, quelli a carico del datore di lavoro con quel 24,3% che è il quarto livello più elevato dell’Ocse, superato solo da Francia (29,7%), Repubblica Ceca (25,4%) ed Estonia (25,6%). Se invece si considera il salario lordo medio (36.360 dollari), la tassa sul reddito incide per il 21,3% e i contributi sociali con il 9,5%, complessivamente all’ottavo posto nell’Ocse. Per i salari più bassi (67% del salario medio), il peso del fisco è pari al 44,5% del costo del lavoro (dal 44% del 2010) ed è il quinto maggiore nell’Ocse. Il cuneo sale inoltre al 53% per le retribuzioni più elevate (167% del salario medio), il che ‘vale’ il terzo posto dell’Ocse, dietro a Belgio (60%) e Francia (53,5%), mentre la Germania offre un trattamento migliore (51,3%). Nel caso delle famiglie, includendo dunque le deduzioni previste, il cuneo fiscale per i redditi più bassi è pari al 29% del costo del lavoro (ma la media Ocse è 16%), mentre sale al 40% (Ocse 27,5%) se i redditi sono due, con il secondo pari al 33% del reddito medio. Solo il Belgio in questo caso ha il fisco più pesante dell’Italia nell’intera area Ocse. Tra l’altro il reddito medio netto di una famiglia con 2 figli e un solo stipendio nella Penisola secondo i calcoli dell’Ocse è pari a 29.478 dollari, 23esimo tra i 34 Paesi aderenti all’Organizzazione, contro una media dell’area di 31.644 dollari e una media Ue di 31.192. Si resta sotto la media anche con l’aggiunta di un secondo (basso) salario a 38.237 dollari contro gli oltre 40.000 della media Ocse ed europea. Facendo una carrellata negli anni della pressione fiscale, l’Ocse calcola che dal 2000 il cuneo fiscale nell’area si sia ridotto in media dal 36,6% al 35,3% dello scorso anno. Anche l’Europa ha segnato un miglioramento, passando dal 43,4% al 41,5%. Per l’Italia invece c’è un incremento dal 47,1% del 2000 al 47,6% dello scorso anno, dopo una discesa al 45,9% nel 2005. E’ andata un po’ meglio rispetto al 2000 alle famiglie monoreddito, considerando che allora la pressione del fisco era pari al 39,3%, ma era scesa fino al 35,7% nel 2007, per poi riprendere la salita.