L’addio di Renzo Bossi ai militanti su ‘Brescia oggi’

Una lettera in Esclusiva a "Brescia oggi" per spiegare ai militanti padani che proprio a Brescia l’avevano eletto la sua verità. Così Renzo Bossi, all’indomani delle dimissioni dal Consiglio regionale della Lombardia, assicura di "non avere colpe" e chiede "solo ai 13mila padani di continuare a credere in me".

"Non faccio mistero di come il cognome che porto mi abbia aiutato – ammetto Renzo nella lettera -. Ma mi ha anche gettato in prima linea e costretto a dimostrare ogni giorno che le 13 mila preferenze prese sul territorio erano frutto della mia passione politica e non del nepotismo di cui mio padre, la cui unica colpa è quella di aver dato un’anima alla Padania, è stato più volte accusato".

Quanto al padre. "Da lui ho sempre preso esempio, nella vita e in politica, cercando di mutuare nel quotidiano i valori con cui ci ha sempre cresciuti: il rispetto, la morale e la coerenza. Lui si è dimesso da Segretario per lasciare la giusta libertà di difesa. Io mi dimetto da consigliere regionale per evitare di prestare il fianco a nuovi ed infondati attacchi".

E quindi "Le poltrone lasciamole a chi urla al lupo al lupo, ma forse è talmente miope da non vedere oltre i propri interessi.
Chiedo solo ai 13 mila padani di continuare a credere in me, promettendo, in cambio, di dimostrare la mia totale buona fede".