
Eccolo il marzo "orribile" per le vendite Fiat prennunciato venerdi’ scorso a Torino dall’amministratore del Lingotto, Sergio Marchionne. Ieri i dati sulle immatricolazioni. "Il mercato crolla, la Fiat crolla di più e la Volkswagen si avvicina. Il verdetto delle vendite di marzo per Torino è pesantissimo – scrive LA REPUBBLICA -. Il Lingotto rappresenta poco piu’ di un quarto del mercato italiano (il 26 per cento), uno dei livelli piu’ bassi mai raggiunti dal dopoguerra. E il principale concorrente dimezza in un anno la distanza: nel marzo 2011 il gruppo Fiat aveva venduto in Italia 55 mila auto contro le 25 mila dei tedeschi. Nel marzo 2012 Torino ha venduto 35 mila auto contro le 20 mila di Volkswagen. In dodici mesi la differenza e’ passata da 30 mila a 15 mila pezzi venduti. Certamente, come si faceva notare ieri al Lingotto, lo sciopero delle bisarche ha colpito la Fiat più dei concorrenti. Perchè non solo ha bloccato i rifornimenti ai concessionari ma ha anche fermato gli stabilimenti. Senza l´effetto dello sciopero, sostiene il Lingotto, le vendite del gruppo nel mese sarebbero state superiori di circa 8.000 unita’ riportando la quota di Torino sopra il 30 per cento (31,8). Ma si tratta di un calcolo ipotetico mentre quello reale di marzo consegna una Fiat che perde in dodici mesi il 35,6 per cento e si ritrova con una quota di mercato del 26, dimezzata rispetto al 51 per cento del 1990. E´ evidente che negli ultimi 22 anni il panorama del mercato italiano si e’ rivoluzionato ma e’ altrettanto vero che raramente nella sua storia la Fiat ha lasciato tanto spazio alla concorrenza straniera. Ieri il gruppo italiano faceva notare che bisogna tornare al 1980 per trovare un mese di marzo tanto basso in Italia. Ma in quell´anno delle 122 mila auto vendute piu’ di meta’ erano del gruppo degli Agnelli. (à) La crisi non tocca solo la Fiat e l´Italia. In Francia il mercato scende del 23 per cento e Psa lascia sul terreno domestico il 33 per cento, annunciando la scelta di vendere a un gruppo canadese la sua prestigiosa sede nel cuore di Parigi. Continuera’ ad utilizzarla ma andrà in affitto. Il quadro generale dei mercati europei non e’ migliore anche se a livello continentale i conti si tireranno a metà mese.