"Nelle aziende con meno di 15 dipendenti non è prevista nessuna estensione delle disposizioni previste dall`articolo 18 in materia di licenziamenti discriminatori. Infatti, già con l`articolo 3 della legge numero 108, sin dal 1990 è stato stabilito che anche per le imprese con meno di 15 dipendenti il licenziamento discriminatorio è da ritenersi sempre nullo". A chiarire questo passaggio è il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi.
"Questa precisazione – prosegue Bortolussi – si rende necessaria in quanto moltissimi media hanno sottolineato che le disposizioni introdotte dal governo Monti in materia di licenziamenti discriminatori sarebbero state estese anche alle piccolissime imprese sotto i 15 dipendenti. Una precisazione che riteniamo necessaria per affermare che nelle nostre realtà produttive non vige la legge del più forte. Anzi, mai come in questo momento i dipendenti delle micro imprese sono visti come una risorsa insostituibile per uscire da questa situazione congiunturale così difficile".
Più in generale, ricordano dalla Cgia, se le aziende interessate dall`articolo 18 sono solo il 3%, quasi due lavoratori dipendenti su tre, invece, sono tutelati da questo provvedimento. Infatti, le aziende al di sopra dei 15 dipendenti sono solo il 3% del totale. Su poco più di 5.250.000 imprese presenti in Italia, solo 156.500 circa hanno più di 15 addetti. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, invece, il 65,5% è tutelato dall`articolo 18. In pratica, su quasi 12 milioni di operai ed impiegati presenti in Italia, quasi 7.800.000 lavorano nelle imprese con più di 15 dipendenti: soglia oltre la quale si applica l`articolo 18.
