Rai e giustizia, oggi il vertice con Monti

Mercato del lavoro, giustizia e Rai. Saranno questi gli argomenti al centro del vertice di stasera tra Monti e i segretari dei partiti che appoggiano il governo, Casini, Bersani e Alfano. Un summit svelenito anche grazie all’avvicinamento delle posizioni sul lavoro, ma pesa quanto al tema della giustizia il conflitto strisciante politica-magistratura (ieri il Csm ha bocciato l’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati approvato alla Camera) e il nodo Rai-frequenze tv. Scirve il notista del Corriere, Massimo Franco. "Le tensioni della vigilia servono ai partiti per darsi un profilo piu’ netto nei confronti degli alleati; e per guadagnare legittimazione agli occhi dei propri militanti. L’ipotesi che oggi qualcuno si alzi dal tavolo del presidente del Consiglio e se ne vada appare remota. Perfino sulla riforma del lavoro, le tensioni si stanno sciogliendo. Il tentativo e’ di arrivare a un accordo che coinvolga quanto più possibile il sindacato. La ‘maturazione di cose positive’ alla quale ha accennato ieri il segretario della Cgil, Susanna Camusso, e’ un indizio vistoso in questo senso. Per strappare il risultato i partiti sono intenzionati a chiedere al governo di non impiccarsi al termine del 23 marzo, indicato dal ministro del Welfare, Elsa Fornero. Attenzione, la fretta e’ cattiva consigliera, ‘Meglio una settimana in piu’, suggerisce Casini tenendo d’occhio il risultato finale. Le schermaglie, tuttavia, non sono finite. Bersani ironizza su un Alfano ‘in tuta blu’, perche’ il segretario del Pdl insiste a porre soprattutto il tema dell’occupazione e dell’articolo 18 sui licenziamenti, e a scansare Rai e giustizia. Il Pdl invita Udc e Pd a non spingere Monti oltre i confini della politica economica, perche’, a suo avviso, significherebbe fare correre pericoli inutili al governo. Ma non e’ una minaccia. Alfano assicura che l’appoggio a Palazzo Chigi e’ fuori discussione: sara’ dato ‘con opere e omissioni’, specifica, alludendo ai temi considerati tabu’ dal partito di Silvio Berlusconi. In realta’, sara’ inevitabile discuterne". Clima svelenito dunque, ma resta la diffidenza specie in tema di televisione. Scrive Amedeo La Mattina a pagina 9 della STAMPA rispetto alle dichiarazioni del ministro Passera che ha sostenuto non esserci piu’ tempo per modificare la governance della Rai: "Il segretario del Pd ha il sospetto che l’ex ad di Intesa San Paolo voglia lottizzare il servizio pubblico d’intesa con il Pdl e allo stesso tempo mettere in vendita le frequenze televisive (tanto care a Berlusconi) con un’asta non proprio gratuita ma ‘low cost’. Sospetti e ‘cattivi pensieri’ che Bersani vuole siano fugati dallo stesso presidente del Consiglio. E non ha dubbi che cio’ avvenga. Se invece si arrivera’ a un semplice rinnovo del Cda Rai, come vuole il Pdl, e non ci sara’ una rivoluzione a viale Mazzini, allora Alfano, Monti e Passera dovranno metterci la faccia: per il leader dei Democratici saranno responsabili del disastro del servizio pubblico, condannando la Rai a un destino simile all’Alitalia". Poi ci sono le tensioni che covano in Parlamento e di cui e’ termometro il conto dei voti che vengono a mancare sui decreti, ieri quello sui rifiuti in Campania "al pallottoliere finale sono mancati 49 deputati del Pdl, che per varie ragioni hanno disertato il voto" annota Carmelo Lopapa a pagina 6 di REPUBBLICA sottolineando anche come "sulle liberalizzazioni – sul decreto approdato alla Camera dopo il varo al Senato – la maggioranza si sta impuntando, eccome. Pd, Pdl e Terzo polo chiedono adesso al governo un decreto legge ‘integrativo’ su banche, farmacie e assicurazioni. E l´esecutivo sembra disposto ad accettare la correzione, come anticipato dal sottosegretario allo Sviluppo Claudio de Vincenti. In contropartita i tre partiti promettono sin d´ora di ritirare gli emendamenti. Se ne parlera’ oggi pomeriggio, quando il presidente del Consiglio Monti sara’ ascoltato dalle commissioni riunite Attivita’ produttive e Finanze alla Camera".