Lavoro, governo: riforma comunque entro marzo

"’Il governo è sensibile sul piano intellettuale alle argomentazioni, ma è insensibile alle pressioni. Per noi è un punto di forza agire in condizioni quasi disperate’: il premier Mario Monti, accompagnato dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli, è a Piazza Affari davanti a oltre 400 invitati – rappresentanti del mondo della finanza e dell’industria ú riuniti per ascoltare il lavoro finora svolto dall’esecutivo e l’agenda futura, benchè il presidente del Consiglio ripeta più volte che ‘questa esperienza sarà di brevissima durata, al più tardi a marzo 2013 finira’ questo governo’. Il messaggio – riporta il CORRIERE – però è chiaro, il governo fara’ le riforme necessarie, come quella del lavoro ‘entro marzo: il provvedimento lo presenteremo comunque, speriamo con l’accordo delle parti sociali’. I convenevoli durano poco: ‘Le visite alla Borsa di New York e Londra sono state un allenamento ú ha detto ú. Passaggi interessanti e speriamo utili per l’Italia ma soprattutto preparatori prima di essere qui’. La Borsa italiana ‘e’ una delle ricchezze del nostro sistema ú continua ú; il numero delle societa’ quotate e’ ancora inferiore rispetto alle altre realta’ europee. Una Borsa con un numero piu’ alto di imprese quotate puo’ dare un contributo fondamentale’ per la crescita. Fine dei guanti bianchi. Il premier non ha esitato a sferzare il ‘salotto buono’ della finanza e a prendere le distanze dai cosiddetti poteri forti: ‘Dispiace andare contro la nozione elegante e piacevole di salotto buono ú ha spiegato ú ma pensiamo che in passato abbia qualche volta tutelato il bene esistente e consentito la sopravvivenza un po’ forzata dell’italianita’ di alcune aziende, impedendo la distruzione creatrice schumpeteriana e non sempre facendo l’interesse di lungo periodo’. Il premier ha quindi rivendicato la norma che impedisce il cumulo di cariche nei consigli di banche e assicurazioni introdotta nel decreto ‘salva Italia’ di dicembre. La linea del premier non e’ diversa nell’incontro ristretto che ha preceduto quello dei quattrocento. Nella sala del Consiglio Monti e Grilli si sono confrontati per un’ora con una ventina di top manager alla guida delle principali banche e imprese del nostro Paese, tra cui Enrico Cucchiani (Intesa Sanpaolo), Federico Ghizzoni (Unicredit), Alberto Nagel (Mediobanca), Pier Francesco Saviotti (Banco Popolare), Victor Massiah (Ubi Banca), Gabriele Galateri (Generali), Fulvio Conti (Enel), Paolo Scaroni (Eni), Giuseppe Recchi (Eni), Flavio Cattaneo (Terna), Franco Bernabe’ (Telecom), Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Carlo Pesenti (Italcementi), Rodolfo De Benedetti (Cir), Andrea Guerra (Luxottica), Paolo Rocca (Tenaris), oltre all’amministratore delegato e al presidente di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi e Massimo Tononi. Era stata invitata anche Mediaset, ma i vertici non si sono visti. In un clima relativamente informale ú raccontano alcuni dei presenti ú Monti ha ribadito che servono le riforme per la crescita e ha fatto capire che procedera’ senza fare sconti a nessuno e tutti sono chiamati a fare la loro parte. Dal tavolo sono stati sollevati diversi temi, tra cui quello della competitivita’ del Paese frenata dalla burocrazia che affligge le imprese e il nodo del mercato del lavoro. Anche dalla sala sono arrivate diverse domande. L’ex presidente della Consob, Lamberto Cardia, ha chiesto se ci sia in agenda una riforma organica delle autorita’ di vigilanza e controllo. ‘E’ un’ottima idea ú ha risposto Monti ú. Ma siamo qui per poco tempo, dobbiamo commisurare il tempo, le ambizioni e le priorità".