Riforme, stallo sulla legge elettorale

"E’ come se un gatto si fosse trastullato con la matassa delle riforme. Col risultato che i tre segretari (Alfano, Bersani, Casini) dovranno armarsi di molta pazienza per trovare un bandolo. Non subito. Bene che vada, si accomoderanno intorno a un tavolo verso la fine della prossima settimana, scrive Ugo Magri su La Stampa. Al momento di chiaro c’è poco, a parte una gran voglia di dimostrare che la politica può essere ancora utile per questo Paese. Non si sa chi deve elaborare le proposte, da quali incominciare e, ovviamente, come confezionarle. Sembrava che gli incontri promossi dal Pdl sulla nuova legge elettorale avessero messo a nudo alcune convergenze, prima con il Pd e poi con il Terzo polo. In parte è così. Per esempio, nessuno piu’ vuole i premi di maggioranza, e nemmeno le liste di ‘nominati’ dall’alto, piatti forti del ‘Porcellum’. Va per la maggiore il modello elettorale tedesco, combinato con quello spagnolo (‘nascerà un bastardo’, sfotte il leghista Calderoli): tanto proporzionale e un po’ di maggioritario… Sennonche’ ieri e’ scoppiata la prima grana. Invece di dividersi i compiti con la Camera, i capigruppo di Palazzo Madama hanno giocato d’anticipo. Dal giro di Schifani filtra che ‘unanimemente’ e’ stato deciso di tenersi strette tanto le riforme della Costituzione quanto la futura legge elettorale (non e’ andata esattamente cosi’, precisa Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd; comunque il messaggio pervenuto alla Camera e’ ‘giu’ le mani dalle nostre riforme, perche’ cosi’ si era deciso all’inizio della legislatura’). La seconda grana riguarda il ‘prima’ e il ‘poi’. All’inseguimento del tempo perduto, i rappresentanti Pdl insistono per mettere tanta carne al fuoco, tutta e subito. Taglio al numero dei parlamentari, nuovi compiti del Senato, piu’ poteri al premier e, come ciliegina, la nuova legge elettorale. Non che il Pd sia contrario, pero’ obietta: il tempo e’ poco, in un anno non ce la faremo mai, meglio puntare sulla riforma elettorale (‘indifendibile’, la seppellisce Fini). Due ore e mezzo di discussione poco concludente nella conferenza dei capogruppo al Senato. La Finocchiaro piuttosto indispettita: ‘Non mi pare che ci sia da parte di tutti la necessaria consapevolezza…’. Gasparri, al convegno di Italia Protagonista: ‘Almeno proviamo con le modifiche della Costituzione, poi se non ci sara’ tempo ci concentreremo sulla legge elettorale’. Bersani da Tunisi vorrebbe vederci piu’ chiaro, ‘capire la volonta’ politica’ perche’ il sospetto e’ che i ‘berluscones’, o alcuni di loro, in realta’ vogliano limitarsi a qualche ritocco del ‘Porcellum’ al fine di tenersi buono Bossi. Il quale Bossi avverte: l’alleanza col Pdl ‘dipende dal sistema elettorale’. ‘Non vogliamo farla contro di voi’, corre a chiarire Alfano. Tanto per far intendere che non scherza, la Lega ‘sega’ tutti gli accordi col Pdl alle Amministrative di maggio. Ultima complicanza: il partito del Cavaliere e’ entrato in fibrillazione. L’ex ministro Matteoli insorge contro il tandem Quagliariello-La Russa, incaricato delle trattative. Incontrando la delegazione terzopolista, guidata da Cesa e da Bocchino, hanno convenuto su un sistema ‘che non obblighi a coalizioni politicamente forzate’. Ohibo’, protesta Matteoli, e’ un comunicato ‘molto equivoco, voglio sapere se siamo ancora per il bipolarismo o no. E poi, tutto questo dialogare a me non piace…’. Nel Pdl, in quanti la pensano come lui?"