Monti difende l’euro e vola da Obama che incontra domani

La settimana di Mario Monti ha come epicentro l’incontro con il presidente Barack Obama fissato per domani. Come comunicato da Palazzo Chigi, ‘il presidente del Consiglio effettuera’ una visita negli Stati Uniti d’America il 9 a Washington (incontro con il presidente Obama, alla Casa Bianca) e il 10 febbraio a New York’. Alla vigilia della partenza Monti ha rilasciato una intervista al quotidiano ‘Wall Street Journal’. ‘L’Euro ha dimostrato di essere una moneta solida malgrado la crisi del debito’, dichiara il presidente del Consiglio dicendosi convinto che altri paesi europei adotteranno la moneta comune nei prossimi cinque anni. Il presidente del Consiglio aggiunge la considerazione che la crisi ‘non ha danneggiato affatto la forza e la credibilità dell’Euro’. Il premier difende la moneta unica: ‘Prevedo che nel 2017 l’euro sarà e continuerà a essere una moneta solida, come e’ stato dal principio e durante la crisi’. E dà un giudizio positivo della decisione della Banca centrale europea di offrire finanziamenti a tre anni alle banche dell’area euro: ‘Noi rispettiamo l’indipendenza della Bce e le sue decisioni’. Monti paventa tuttavia il pericolo che il prolungamento della crisi economica possa indurre ‘a un ritorno del nazionalismo in economia’. Le banche nazionali, sottolinea, hanno ridotto le loro esposizioni nei confronti di altri paesi malgrado la moneta unica: ‘Le banche tendono a tornare dal loro padre e dalla loro madre’. Il presidente del Consiglio conferma la convinzione che fa da bussola all’azione del suo governo: ‘I sacrifici necessari che gli italiani devono affrontare non sono una imposizione di Bruxelles o della Germania o della Bce ma un passo necessario nell’interesse dell’Italia, degli italiani stessi e delle future generazioni’. L’intervista rilasciata al ‘Wall Street Journal’ alla vigilia del viaggio negli Stati Uniti lancia un messaggio di rassicurazione inequivocabile sulla solidita’ dell’euro. Crisi e misure per fronteggiarla saranno del resto al centro del colloquio tra Obama e Monti. Ma l’agenda dell’incontro prevede che i due leader discutano anche di politica internazionale, a iniziare dallo scontro con l’Iran, per via dei programmai nucleari di Teheran, che potrebbe degenerare in un intervento militare. Si discutera’ pure del futuro della Libia, dello scenario che potrebbe aprirsi in Siria con le dimissioni del governo di Bashar al Assad. Scontata la conferma che truppe italiane rimarranno in Afghanistan fino a quando Washington lo riterra’ opportuno per sostenere la fase di transizione in corso in quel paese.
Washington, si fa sapere dalla Casa Bianca attraverso David Thorne, ambasciatore a Roma, apprezza il protagonismo di Monti nell’Unione europea a fianco del presidente francese Nicolas Sarkozy e della cancelliera tedesca Angela Merkel.
Gli Stati Uniti hanno quindi intenzione di sostenere il governo italiano nel suo impegno per le riforme economiche.
Monti nei giorni scorsi aveva rilasciato un’altra intervista alla ‘Pbs’, televisione pubblica degli Stati Uniti, nella quale si era detto convinto che l’Italia sarebbe molto meno esposta al rischio di un default della Grecia rispetto a pochi mesi fa: ‘Se il default fosse avvenuto pochi mesi fa, le conseguenze per l’Italia sarebbero state estremamente serie’. Nell’intervista, il presidente del Consiglio era tornato a difendere l’euro: ‘Quello che ho previsto per il 2017 e’ che l’ euro ci sara’ e continuera’ a essere una moneta fondamentalmente solida, come lo e’ stata fin dalla sua nascita e attraverso la crisi finanziaria e fiscale dell’eurozona’. L’azione di Monti ha ricevuto intanto il riconoscimento dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. ‘L’Italia vive, sul piano delle riforme avviate dal governo guidato da Mario Monti, un momento storico. Consideriamo Monti l’uomo giusto al posto giusto, nel momento giusto, ha infatti dichiarato Miguel Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse. Gurria ha tenuto ad aggiungere che la modifica o l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non e’ il punto fondamentale della riforma del lavoro allo studio in Italia: ‘In realtà si parla di flessibilita’, ma anche di reti di protezione per chi oggi non ce l’ha, e di reinserimento nel mercato del lavoro’. Domani, a meno di un rinvio, dovrebbe riprendere la trattativa tra governo e parti sociali. Le posizioni esposte nei precedenti incontri da Elsa Fornero, ministro del Welfare, non hanno convinto in particolare le organizzazioni sindacali.
L’esecutivo ha pero’ intenzione di varare la riforma, come dichiarato da Monti, entro marzo sia nell’eventualità della stipula di un accordo, sia nel caso ci sia una convergenza solo parziale con le parti sociali.